La redazione segnala

Helmut Newton in mostra a Milano

Immagine tratta dal libro "Helmut Newton. Legacy. di Philippe Garner, Matthias Harder, Taschen, 2023"

Immagine tratta dal libro "Helmut Newton. Legacy. di Philippe Garner, Matthias Harder, Taschen, 2023"

Un genio che ha scritto la storia della fotografia e della moda. La nostra città, capitale globale dello stile e della moda, è il luogo più adatto per accogliere il talento sconfinato di Helmut Newton

Beppe Sala

Dal 24 marzo al 25 giugno 2023, al Palazzo Reale di Milano, si terrà la mostra Helmut Newton Legacy, dedicata a uno degli artisti più controversi e provocatori della fine del Novecento. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, l’esposizione è parte di Milano Art Week (dall’11 al 16 aprile), la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con miart che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città che si occupano di arte moderna e contemporanea, con una programmazione ricca di mostre e attività.

Con circa 250 scatti, per la prima volta in Italia si potranno ripercorrere i servizi di moda più iconici e anticonvenzionali di un fotografo che tutto era fuorché convenzionale. Di Helmut Newton è stato detto che ha rivoluzionato il modo di mostrare la moda, di rappresentarla attraverso l’obbiettivo, ma anche che era un misogino e che i suoi lavori superano qualsiasi limite di decoro. Probabilmente, quest’ultima parte è vera, perché tra donne infilate in bocche di coccodrillo, modelle dalla tensione erotica palpabile in ogni gesto e vagine in bella mostra su strada, Newton ha cercato il limite solo per abbracciarlo e superarlo.

Per godere appieno dell’arte di Newton, la mostra è accompagnata dal catalogo edito da Taschen Helmut Newton Legacy, che raccoglie gli scatti presentati. Grazie agli accordi presi con la sezione arte dell'editore Marsilio, infine, la retrospettiva resterà in Italia fino all’estate 2024, spostandosi nelle città di Roma e Venezia, per far godere il bel Paese di questa grande e provocatoria produzione.

Newton ha sempre amato sorprendere e polarizzare, un approccio che ha consolidato la sua reputazione internazionale e ha plasmato il suo stile unico. Sessant’anni di immagini provocatorie, che mescolano i generi fotografici, fanno fallire ogni tentativo di inserirlo in una categoria

Mathias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation

Helmut Newton, Autoritratto. Monte Carlo, 1993. © Helmut Newton Foundation

La mostra si articola in un percorso cronologico che parte dagli esordi e arriva agli ultimi anni di attività per godere di un colpo d’occhio che fornisce un ampio spaccato della sua produzione. Helmut comincia presto, a 16 anni, a interessarsi di fotografia insieme alla professionista Yva. Ma, nella Berlino dove nasce nel 1920 (la mostra era stata progettata in occasione del centenario, poi posticipata a causa della pandemia), le leggi razziali gli impongono la fuga, e il dramma lo porta a Parigi, dove ha l’occasione di mostrare il proprio talento e seguire i più importanti brand della moda. Arriva a scattare per Vogue, a lavorare con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld, per poi distaccarsi dai canoni più classici e pubblicare, negli anni settanta, la raccolta Naked and Dressed, che cambia il paradigma di come leggere i nostri tempi.

Da questa scelta emerge la personalità di un fotografo che più che provocatore occorrerebbe definire rivoluzionario dal momento che ha anticipato, antiveduto, tendenze culturali e sociali che si sarebbero diffuse negli anni seguenti

Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale

Newton, nel campo della moda, ha rivoluzionato il modo di guardare al modello, all'abito e, infine, al concetto stesso: ha spostato, cioè, il focus dal vestito al corpo, che non è più ridotto a supporto, ma diventa l'essenziale, il movimento e la dinamicità che l'abito deve avere. Complice il periodo, certo, in cui il fotografo raggiunge il suo apice – quella rivoluzione sessuale di cui si parla, ma che deve aver pur avuto degli attori –, ma in Newton si riscontrano movimenti anticipatori, gesti che vanno ben oltre il semplice seguire una tendenza, e che hanno invece a che fare con il crearla

Tra l'altro, Newton è stato uno dei primi fotografi a uscire dalla pagina delle riviste di moda, a far esplodere, cioè, il suo modo di vedere il mondo anche attraverso altri canali, come mostre e musei. Sempre luoghi conchiusi, ma che restituiscono all'opera un diverso status. Un salto che riduceva, così, la distanza tra generi artistici ancora saldamente legati a una tradizione che relegava la fotografia al di fuori dei classici spazi dedicati all'arte.

Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione

Helmut Newton

Helmut Newton. Elsa Peretti vestita da coniglio. New York, 1975 © Helmut Newton Foundation

È con lui che per la prima volta «la fotografia pubblicitaria e di moda abbandonano la dimensione puramente descrittiva, per passare a quella aspirazionale», scrive Denis Curti, curatore della mostra, nel suo libro Capire la fotografia contemporanea, edito da Marsilio. In queste immagini, e qui sta la grande portata di innovazione, accade sempre qualcosa. Le modelle smettono di guardare in macchina e cominciano a recitare. Si tratta di situazioni che si rifanno all’iconografia noir e mettono in fila una serie di provocazioni e ammiccamenti erotici.

Newton porta, di fatto, nella fotografia di moda una dimensione realistica, che ha a che fare con il quotidiano, pur contemplando una forte componente onirica: ambientazioni da sogno, corpi statuari, ricchezza ed eleganza.

Il lavoro di Newton, in fondo, è sempre il risultato di una riconfigurazione dell’immaginario, un’operazione eseguita giocando con strumenti che non appartengono al mondo della fotografia commerciale ma sono caratterizzanti di precisi momenti storici

Denis Curti, curatore della mostra

Orari e giorni della mostra

Milano, Palazzo Reale, 24 marzo – 25 giugno 2023, a cura di Matthias Harder e Denis Curti. Da martedì a domenica ore 10 - 19:30. Giovedì 10 - 22:30. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Lunedì chiuso

La prenotazione non è obbligatoria per l'accesso alle mostre, ma fortemente consigliata per evitare attese

Provocazioni, fotografie e libri su Helmut Newton

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