venerdì 25 marzo
Siamo fuori. Piccola tragicommedia nazionale.
Ok, meglio astenersi dal giudicare, anche perché in questi casi è così facile sbagliare tono.
Però… Ho ripreso una “news” pubblicata qui su Maremosso, il 12 gennaio scorso (pre-Ucraina, quindi), quando il Qatar sembrava per noi italiani una certezza, patriottica ed economica.
Era il punto di vista della famosa stella del Manchester United, Eric Cantona, uno degli ex calciatori più famosi al mondo, peraltro appassionato antifascista e sempre in prima fila per i diritti civili. Ecco le sue parole:
“Per me non sarà una vera Coppa del Mondo e non la guarderò. Non sono contrario all'idea di ospitare un Mondiale in un paese dove c'è la possibilità di sviluppare e promuovere il calcio, come il Sud Africa o gli Stati Uniti. In Qatar, invece, la verità è che non esiste un tale potenziale, non c'è niente. Si tratta solo di soldi. Il modo in cui hanno trattato le persone che hanno costruito gli stadi è orribile.
Migliaia di persone sono morte, eppure celebreremo questa Coppa del Mondo. Capisco che sia un affare, ma ho sempre pensato che il calcio fosse l'unico posto dove tutti potessero avere una possibilità”.
Parole che tornano di attualità.
Mi spingo a pensare che le abbia inconsciamente avute nel cervello Domenico Berardi quando ha sbagliato un gol che avrebbe fatto anche mia nonna. Bel gesto, Berardi: ci hai risparmiato l’umiliazione di dover andare a giocare in Qatar.
(... di Donnarumma, invece non so che dire: quel ragazzo mi preoccupa).
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