Diario di bordo

Il caso dei detenuti ovulatori

Martedì 15 marzo

Siamo tutti devastati, - per fortuna: almeno non siamo indifferenti - dall’invasione dell’Ucraina e quindi quasi tutte le altre notizie scompaiono. Vorrei che se ne salvasse qualcuna, per esempio questa.

L’altro giorno il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha visitato il carcere di Torino e ne è uscita molto colpita dalle “condizioni disumane” che vi ha trovato.
La prigione è nota per essere “la peggiore d’Italia”, con 1300 detenuti di cui il 50 per cento extracomunitari, e negli anni si sono susseguite denunce di maltrattamenti, sevizie, pestaggi; ma ora la ministra ha parlato, in particolare di quello che succede nella Sezione A, che comprende la cosiddetta “sezione filtro”.

Ho così appreso dell’esistenza dei “detenuti ovulatori”.
Si tratta di persone appena arrestate e sospettate di aver ingerito ovuli contenenti droga.
Com'è noto, è un metodo usato nel traffico internazionale di stupefacenti, ma da vent’anni gli investigatori torinesi sospettano che il sistema sia anche usato per rifornire di droga i detenuti nelle carceri. Tutto è naturalmente organizzato dalla mafia, che usa ragazzi africani.
E dunque giovani africani si fanno arrestare apposta per far arrivare la droga in carcere, attraverso il loro intestino.
Bisogna fare molta attenzione a questi “detenuti ovulatori” e per scoprirli, a Torino, da una quindicina d’anni, è stata istituita una “sezione filtro”, dove si attende che i sospetti ovulatori abbiano defecato.
Ma prima gli si fa una TAC; e se è negativa, un’altra TAC; poi si devono aspettare fino a “tre evacuazioni negative” – si sa quanto può essere insidioso il colon associato a Cosa Nostra - quindi gli ovulatori devono defecare “a vista”, perché potrebbero nascondere l’ovulo e perciò se ne stanno in piccole celle fetide dove non possano nascondere gli ovuli.
In pratica stanno seduti su un pavimento, con solo una coperta.
Dalla “sezione filtro” sono passati, in una decina d’anni, un migliaio di detenuti, tutti africani, che hanno prodotto grosso modo quattro chili di cocaina, o morfina, o metanfetamine (in genere piccoli quantitativa per ogni ovulatore).
Valutate voi il rapporto costi-benefici.

E valutate anche come sia possibile che una cosa del genere possa succedere da noi, in Italia, mica in qualche “strano paese del terzo mondo”.
Il ministro ha assicurato che si dedicherà alla questione.

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