La redazione segnala

I have a dream di Martin Luther King: un discorso che cambiò la storia

Immagine tratta dal libro "«I have a dream». L'autobiografia del profeta dell'uguaglianza Condividi di Martin Luther King, Mondadori, 2017"

Immagine tratta dal libro "«I have a dream». L'autobiografia del profeta dell'uguaglianza Condividi di Martin Luther King, Mondadori, 2017"

Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali

Il 28 agosto 1963 era un giorno afoso a Washington. Uno di quei giorni che avrebbero siglato la storia per non lasciarla marcire nelle sue retrovie. Al calore si opponeva una fiumana di persone, un fresco filare per le strade che, si sapeva, si sarebbero riempite. Persone su persone che aspettavano solo di lasciarsi trascinare e di essere trascinatrici, pronte a mettere un passo in fila all’altro per riappropriarsi dell’essenza di un diritto fondamentale, un diritto che rispondeva al nome di uguaglianza ma che negli Stati Uniti era sempre stato pronunciato a pieni polmoni solo dalle persone bianche.

La marcia su Washington, ormai 60 anni fa, conobbe anche il silenzio. Uno di quei silenzi che sembrano preparati, aspettati da una vita, il silenzio ossequioso che crea un uomo quando riesce a incanalare in sé la rabbia e la frustrazione, quanto la speranza e il senso di giustizia di quell’incredibile fluire di gente, come di chi, in quelle strade, non aveva potuto riversarsi ma c’era a suo modo.

Questo fu prima di tutto Martin Luther King quel famoso 28 agosto – non fece, fu, integrò in sé. Divenne la voce tonante e generosa pronta a squarciare l’omertà, facendosi largo in un altro silenzio, quello potente e invincibile dell’ascolto. Una frase a dare vita al tutto – I have a dream – che è diventata, e simboleggia ancora, il verso quasi religioso di un’intera comunità, quella afroamericana, ma anche di tutte quelle persone che si sentono non rappresentate, ignorate, private di diritti inalienabili.

«I have a dream». L'autobiografia del profeta dell'uguaglianza

«I have a dream» è un'ideale autobiografia del più importante e carismatico sostenitore della lotta al razzismo negli Stati Uniti. In queste pagine Martin Luther King Jr rivive attraverso i suoi più importanti scritti pubblici e privati. Passando per episodi commoventi ed esaltanti, si descrivono la vita privata. E soprattutto si racconta il crescente impegno politico, che portò King anche in carcere e ne fece il principale punto di riferimento della battaglia per l'emancipazione dei neri d'America.

Nella storia degli Stati Uniti poche altre volte si è vista una partecipazione così copiosa per una manifestazione che metteva al centro i diritti civili, notando anche che una buona parte dell’affluenza fu di molti bianchi interessati ad appoggiare la causa e a fare della partecipazione una forma attiva di sostegno.

King era una delle figure chiave che avevano organizzato la manifestazione, interfacciandosi con il presidente Kennedy e il suo scetticismo legato ai rischi di violenza e alla semina di terrore che poteva venir fuori ma che non fermò l’azione, anzi, la assecondò, nonostante un suo addetto era pronto a staccare il microfono qualora la situazione fosse precipitata. Tutto era stato pensato per comunicare uguaglianza a libertà, per ricordare quanto il Paese avesse ignorato e calpestato i diritti dei neri, rimangiandosi le sue leggi, rimangiandosi sé stesso. Non fu un caso, infatti, che il palco su cui si avvicendarono i discorsi era proprio sotto la statua di Lincoln, colui che firmò il Proclama dell’emancipazione, che decretò la liberazione dalla schiavitù negli Stati Uniti, entrato in vigore, in teoria, un secolo prima di questa manifestazione, il primo gennaio 1863.

Una folla arrabbiata e stanca che portava in grembo la sevizia dalla violenza della polizia, la disparità di opportunità e trattamento, gli sguardi di sdegno e le scelte che formavano un’equazione fin troppo scontata e facile, perché se eri nero la schiavitù era stata abolita solo sulla carta, ma veniva emanata ogni giorno nell’effettiva quotidianità.

Adesso è il momento di sollevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell'ingiustizia razziale per collocarla sulla roccia compatta della fraternità

Il discorso del pastore Martin Luther King era impastato di riferimenti biblici, con una cadenza da salmo, un salmo politico in fondo, una voce chiara che inneggiava alla non violenza, pregava per l’uguaglianza – un’idea che sembrava nutrita d’utopia invece che di scontata umanità, un modello che Gandhi promulgava e che appariva come l’unica soluzione per uno stato che aveva fatto conoscere a una fetta importante della sua popolazione esclusivamente la violenza e la sopraffazione.

Quando King salì sul palco e iniziò a parlare per l’orda di persone che aveva di fronte, una forza prorompente sembrò irradiarsi fra le fila degli ascoltatori – un discorso che rimarrà negli annali delle formazioni in ambito di comunicazione e public speaking – dettata dalla verità quanto dalla consapevolezza dell’ingiustizia. La Legge aveva annullato anni prima le differenze razziali, eppure in Alabama, per esempio, quelle sevizie di razza non solo erano vive e vegete ma erano addirittura inneggiate dal Presidente dello stesso Stato federale, una vicenda su cui King non tacerà, fra i vari casi che annovererà, imbastendo così le parole per formare tasselli che porteranno a parificare le disuguaglianze, a chiamare il popolo a raccolta senza gli stessi mezzi di chi li aveva seviziati, ma ricordando solo ciò che spetta e si deve pretendere per essere esclusivamente attuato – nelle leggi dello Stato, quanto in quelle del Signore.

Ma c’è qualcosa che devo dire al mio popolo, fermo su una soglia rischiosa, alle porte del palazzo della giustizia: durante il processo che ci porterà a ottenere il posto che ci spetta di diritto, non dobbiamo commettere torti. Non cerchiamo di placare la sete di libertà bevendo alla coppa del rancore e dell’odio

Non mi piegherete. Vita di Martin Luther King

Quella di Martin Luther King è una vita che bisogna continuare a raccontare. Torna così una delle figure nodali del nostro secolo, con la sua eredità morale e politica, ancora intatta per le generazioni future. Dall'infanzia privilegiata fra i neri benestanti di Atlanta alla lotta di cui è stato saldissima guida spirituale, dalle contraddizioni in seno al movimento dei diritti civili dei neri al Nobel per la pace, sino al proiettile che, nel 1968, lo colpì a morte, emerge il carattere dell'uomo, la sua esemplarità.

Non era un cammino da affrontare da soli, King lo sapeva bene, e auspicava proprio a un percorso che si poneva accanto alle persone bianche, a coloro che sostenevano l’uguaglianza, partire da chi non è violenza ma supporto. E poi la nazione avrebbe dovuto riconoscer loro tutto quanto, senza una gradualità sofferta, senza un lesinare: il cambiamento aveva bisogno di pretesa e di forza, perché era una libertà fatta e finita, non una libertà che bisognava guadagnare, solo mettere in atto.

Così, in quella terra affaticata, i diritti si facevano meno utopici, si appaiavano con la possibilità di essere reali. King in 17 minuti cambiò la storia, seminò la trasformazione, instillò nelle 250.000 persone presenti – ma anche in quelle che ascoltarono poi, quelle future – una vera rivoluzione non-violenta.

Martin Luther King improvvisò metà di quel discorso, parole come fiumi, persone come fiumi a diradare il caldo, un’estate eterna di sofferenza, un calore che aveva convinto tutti e che, per la prima volta, sembrava non essere più eterno. Improvvisò e creò l’ossequioso silenzio, l’ossequioso frastuono. Sfidò i canoni del tempo, di quelli prima di lui e di quelli dopo, ed ebbe coraggio. Parlò per quel sogno, in nome di un sogno che, mai come prima, aveva bisogno di concretezza e umanità, di libertà e uguaglianza. Riconoscere tutto ora e qui, che sia ancora necessario ricordarlo e metterlo in atto: un bisogno fortissimo ancora come allora.

Approfondire la figura di Martin Luther King

Martin Luther King Jr. Che la libertà risuoni

Di Michael TeitelbaumLewis Helfand | Gribaudo, 2018

Martin Luther King. Una storia americana

Di Paolo Naso | Laterza, 2021

Non mi piegherete. Vita di Martin Luther King

Di Arnulf Zitelmann | Feltrinelli, 2014

Alzati, Martin. Ballata di Martin Luther King

Di Roberto Piumini | Solferino, 2018

Il dono d'amore. Sermoni da «La forza di amare» e altri discorsi

Di Martin Luther King | TS - Terra Santa, 2018

Ti potrebbero interessare

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Conosci l'autore

Martin Luther King, Premio Nobel per la Pace per la sua lotta non violenta nel 1964, è stato un pastore protestante, attivista politico statunitense, ma soprattutto leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. A 25 anni venne mandato come pastore in una città del profondo sud, dove ha iniziato a battersi contro la segregazione. Dopo la sentenza del 1956 per il caso Rosa Parks, Martin Luther King fondò, insieme ad altri attivisti, l'organizzazione di riferimento per il movimento dei diritti civili, la Southern Christian Leadership Conference, di cui venne eletto capo nel 1957. Dalla fine degli anni '50 iniziò una serie di lunghe battaglie per il diritto al voto e per l'abolizione delle leggi segregazioniste, capeggiando numerose marce non violente (ne è un esempio la celebre marcia su Whashington del 1963, in cui pronunciò il celebre discorso "I have a dream").«Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.»Fu assassinato in un albergo a Memphis nel 1968.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente