Benedetto XVI si dimette

Il 28 febbraio del 2013 Papa Benedetto XVI lascia il soglio pontificio, dopo 17 giorni dal suo annuncio.

La causa principale, come dichiara lo stesso papa Ratzinger, è l'insonnia che non gli lasciava tregua dal dall’agosto del 2005, pochi mesi dopo la sua elezione a successore di San Giovanni Paolo II. Lo rivela in una lettera inviata a fine ottobre al suo biografo Peter Seewald, poche settimane prima della sua morte avvenuta il 31 dicembre 2022.

Prima di lui l’ultima rinuncia è stata quella di Gregorio XII nel 1415.

È l’11 febbraio, poco dopo le 11:30. L’acuta giornalista dell’ANSA Giovanni Chirri intercetta la dichiarazione di abbandono della carica nel discorso in latino tenuto dal pontefice durante il Concistoro per i Martiri di Otranto:

Ancor prima che la notizia venga confermata dal Vaticano è già ripresa dalle principali testate giornalistiche e dalle reti televisive di tutto il mondo.
L’annuncio coglie di sorpresa tutti, dalle personalità religiose a lui più vicine, come il Decano del Sacro Collegio Angelo Sodano, ai maggiori politici internazionali, all’intera popolazione mondiale.
Ne erano al corrente Georg Gänswein, segretario personale del papa e Tarcisio Bertone, segretario di Stato di papa Benedetto XVI, con cui Ratzinger aveva condiviso l’idea di terminare il pontificato già nella primavera del 2012. In una dichiarazione alla Stampa Bertone rivela di averlo considerato sulle prime un pensiero passeggero, intenzione confermata dal papa nei mesi a seguire.

Il gesto di Ratzinger è stato rivoluzionario non solo per l’abdicazione in sé, ma anche perché Benedetto XVI si è appellato a una possibilità, fino a quel momento mai sfruttata, prevista dal diritto canonico.
L’aggiornato del 1983 legittima la rinuncia al soglio per qualunque pontefice, strada scelta da Ratzinger che porta all’istituzione di una nuova carica, quella di Pontefice emerito.

Intorno alle 17 dell’11 febbraio Benedetto XVI dà la sua ultima benedizione alla città di Roma, sotto gli occhi increduli dei fedeli in Piazza San Pietro e di tutto il mondo.
Una folla di persone lo attende a Castel Gandolfo, residenza momentanea in attesa che venga eletto il nuovo pontefice, Papa Francesco, e in vista del trasferimento definitivo nel Monastero Mater Ecclesiae, in cui ha vissuto dal 2 maggio 2013 fino al 31 dicembre 2022, giorno della sua morte.

Immediate sono state le ipotesi sulle reali motivazioni che lo avessero spinto a questa decisione. Nonostante lo stesso Benedetto XVI l’avesse ricondotta alla stanchezza fisica si sono diffuse ben presto congetture sulla presunta invalidità delle dimissioni. Secondo alcuni infatti il testo della declaratio conteneva errori grammaticali, altri invece hanno puntato l’accento su un uso improprio delle parole, con il termine ministerium (ministero) al posto di munus (ufficio) a indicare il mantenimento della carica pontificia. 

Benedetto XVI termina il suo pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013 con la semplicità e l’umiltà di un papa che è in primis un uomo stanco, alla ricerca di ristoro: