Roberto Celestri racconta Raffaello e le Stanze Vaticane

All’interno della splendida cornice del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, Roberto Celestri, content creator d'arte, classe 2001, ci guiderà in percorsi confezionati ad hoc per Maremosso.

Questo primo video mette al centro la poliedrica figura di Raffaello Sanzio e, in particolare, le sue Stanze Vaticane. Voluto fortemente all’opera da Papa Giulio II, ormai deluso dall’operato del Perugino, affidò gli affreschi proprio a Raffello, che all’epoca aveva solo 25 anni e già si distingueva per il suo talento.

La forza d’espressione, che probabilmente colpì anche il pontefice, era legata al realismo nelle raffigurazioni bibliche, all’interpretazione non solo fedele ma fortemente veristica dell’esegesi dei testi sacri. Infatti, camminando fra le Stanze di Raffaello (altro nome con cui sono note), non si può che rimanere estasiati dalla forza e dall’imponenza di ciò che trasmettono i corpi, le scelte stilistiche, i dettagli che l’artista ferma sulle pareti.

Di grande attrattiva è la Stanza della Segnatura, la prima a essere completata da Raffello, nonché luogo indicato come tribunale della Santa Sede, retto dal Papa in persona. La volta è sostenuta dalle quattro branche del sapere: teologia, giustizia, poesia e filosofia. Lo scopo della sala è proprio quello di immergere chi si trova al suo interno nei principi del vero, del bene e del bello.

Ma l’affresco più famoso è sicuramente quello della Scuola di Atene, che segna il cambio di passo fra l’arte medievale e quella rinascimentale. Mette in scena un vero e proprio paragone fra intellettuali del passato e quelli del presente: le fisionomie dei filosofi prendono infatti ispirazione dai volti dei contemporanei di Raffaello, ad esempio Platone ha le fattezze di Leonardo, Euclide del Bramante, Eraclito ha invece i tratti di Michelangelo che, a quel tempo, stava dipingendo la Cappella Sistina.

Le opere di Raffaello segnano e pennellano nella storia un modo di fare arte che risulta irripetibile e lascia, dopo secoli, sempre estasiati.