Romano Battaglia era come la Versiliana, la villa al cui festival che vi si tiene ha dedicato la sua vita intera: un monumento alla cultura, un punto di ritrovo per le personalità più disparate e soprattutto uno spazio saldamente radicato nel suo territorio.
I pensieri sono come le onde del mare, vanno, vengono, si increspano, spumeggiano, si infrangono, svaniscono
Romano Battaglia è nato al mare, a Marina di Pietrasanta, e al mare se n’è andato. Ma nella parabola che ha unito questi due punti – che sono in fondo lo stesso – ha cambiato d’abito infinite volte, indossando alla perfezione le fattezze di un corrispondente giornalistico, di un conduttore televisivo e di un autore eccezionale.
Romano Battaglia è stato però soprattutto uno scrittore che ha parlato di solitudini. Paradossalmente. “Paradossalmente” perché, se da una parte osserviamo una delle personalità più estroverse e umane che il Novecento ci ha donato, dall’altra l’intera produzione letteraria di Romano Battaglia si concentra sul tempo della riflessione solitaria, quasi ascetica. In Sabbia, per esempio, il deserto diventa un luogo di meditazione profonda e silenziosa, un legame con la natura che ci trae in salvo da un mondo dove lentamente ci si allontana dal legame con la natura esuberante di senso – persino nel deserto.
Il mare è protagonista di questo libro dove si narra la storia di un uomo che si salva quando tutto pareva ormai finito. Carol Wilson, un londinese cui è stato diagnosticato un male incurabile, decide di finire i suoi giorni nel mare che ama. Parte con il suo veliero e si affida al vento che portandolo di isola in isola lo condurrà attraverso incontri con persone straordinarie.
Tutto comincia in un attimo, in un giorno qualunque della vita, quando meno te lo aspetti
La natura è sempre stato un personaggio fondamentale in tutti i libri scritti da Romano Battaglia – più di 33 tra romanzi e libri per ragazzi – una natura che dona al fraseggio il ritmo della risacca e all’immaginazione la meraviglia della scoperta. Ma soprattutto è stata la bussola morale di ogni sua iniziativa.
A lui è indissolubilmente legato il festival della Versiliana, che proprio in questo periodo si svolge nell’omonima villa toscana, immersa in quel pineto che si dice abbia ispirato D’Annunzio per la celebre poesia La pioggia nel pineto. Da allora la kermesse ha ospitato tutti i più importanti esponenti del mondo culturale italiano e non solo, attraendo nella Versilia tanto amata da Romano Battaglia un pubblico vastissimo. Come dicevamo prima, sembra quasi un paradosso che tutti i suoi libri abbiano quel profumo malinconico di una pineta vuota. Di solitudine. Eppure…
Oggi siamo tutti presi dalla preoccupazione di vivere e in questa corsa con il tempo spesso dimentichiamo il piacere di esistere
Nazareno, filosofo e poeta, è un uomo solitario che vive in mezzo alle montagne. Immerso nella natura, crea con le erbe rimedi che guariscono le malattie del corpo e dell'anima, e ricette che fanno sognare chi lo desidera. Un giorno incontra Marta, una ragazza gravemente malata, di cui si innamora.
In Un cuore pulito il protagonista è un monaco che vive di riflessioni e pace spirituale, accompagnandoci in un percorso di insegnamenti che hanno come focus principale il raggiungimento della serenità. Un monaco che però ha vissuto una vita emozionante, ricca di disavventure e sfortune ma che a un certo punto riesce a raggiungere un senso di appartenenza e di tranquillità nell’ultimo luogo del suo pellegrinaggio.
Ed è difficile non riconoscere in questo percorso le stesse istanze che hanno guidato lo scrittore negli anni, permettendogli di approdare nelle pinete della Versilia, dove forse per solitudine forse per malinconia è diventato una guida culturale – e spirituale – per un territorio che amava alla follia. E se l’amore si misura nelle attenzioni che rivolgiamo all’oggetto del nostro amore, la Versiliana e il Caffè della dimora sono monumenti a un amore inestinguibile.
E così anche dopo che “l’anima della Versiliana” è venuta a mancare, il suo spirito ha continuato ad aleggiare tra gli alberi e le stanze di quel luogo magico dal sentore pungente d’estate. Un luogo che ha il respiro del mare e il profumo della terra, dove il ritmo è quello delle onde e gli occhi si riempiono di meraviglia. Come diceva Romano Battaglia: «bisogna seminare un carattere per raccogliere un destino»; la Versiliana e tutti i libri che ha scritto sono il vivissimo destino di un carattere splendente.
In un monastero di padri carmelitani, dove si è recato a trascorrere un periodo di riflessione, l'autore incontra un monaco francese. Si chiama Dominique De La Salle e corre voce che sia un santo. Del suo passato si sa pochissimo: ha insegnato alla Sorbona e ha viaggiato molto, poi, in seguito a una delusione, ha abbandonato tutto per andare a vivere sotto i ponti della Senna.
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