Siamo entusiasti di annunciare la storia straordinariamente personale ed emotivamente potente del principe Harry, il duca di Sussex
E noi siamo entusiasti, finalmente, di leggerla. Insomma, ce l’aspettavamo, la volevamo: dopo le versioni ufficiali, dopo le monografie sulla famiglia reale centrate su Buckingham Palace e i suoi abitanti, dopo tutte le chiacchiere che si sono fatte intorno a Harry e Meghan. Ora abbiamo di che gioire, perché il memoir è lungo più di quattrocento pagine ed è descritto come un racconto «crudo» e di «incrollabile onestà», ricco di «intuizioni, rivelazioni, autoesami e saggezza conquistata a fatica con l’eterno potere dell’amore sul dolore». Già dal titolo (e dalla copertina) è evidente che questo libro non sarà un togliersi dei sassolini dalle scarpe: Spare parlerà di lui, di Harry, e della sua condizione di secondogenito, di figlio minore sempre un passo dietro William nella linea di successione.
Il 10 gennaio uscirà in contemporanea mondiale, tradotto in 16 lingue, ma già da ora, a distanza di più di due mesi, fa discutere. La Bbc lo ha definito «un inevitabile bestseller», mentre il tabloid “Mirror” ne dice: «Amaro già dal titolo», sottolineando quel ruolo di “ruota di scorta” che tanto pesava a Harry quando era a corte. E la stoccata arriva anche da Piers Morgan di Talk TV, acerrimo nemico dei Sussex, che lo condanna per aver «rovinato del tutto l’incoronazione di Carlo III». E pensare che Harry avrebbe voluto posticipare la pubblicazione, nella speranza di un riavvicinamento con la famiglia reale dopo la morte della nonna Elisabetta (cui era legatissimo). Ma la casa editrice fremeva per andare in stampa il prima possibile, e ha editato in tutta fretta l’autobiografia – che originariamente raggiungeva le 540 pagine – senza seguire in tutto e per tutto le direttive del principe.
In Italia sarà pubblicato da Mondadori, e l’audiolibro in lingua originale sarà letto dallo stesso Harry. La Penguin Random House ha dato al principe 20 milioni di dollari di anticipo e, anche se non sono rese note le condizioni contrattuali tra lui e la casa editrice, sappiamo che già un milione e mezzo è stato dato in beneficenza alla sua charity africana Sentebale. Sia come sia, anche in questo caso la royal family riesce a far parlare di sé, ancora prima del libro, ancora prima che qualcuno dei suoi membri voglia, in effetti, far parlare di sé. Ma è questo il bello, giusto?
Qui su Maremosso abbiamo scritto della regina Elisabetta e dei libri che parlano di lei: andate a darci un’occhiata per non arrivare impreparati al 10 gennaio.
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