Diario di bordo

Elisabetta II, o dell'immortalità

Venerdì 9 settembre

Era appena sei settimane più vecchia di Marylin Monroe, tre anni più vecchia di Anna Frank, nove anni più vecchia di Elvis Presley.
Venne incoronata giovanissima nel 1953 – quando non esistevano lo scotch, la pillola, il nylon, la televisione balbettava e il Commonwealth regnava su 150 milioni di persone; Stalin era ancora vivo, la Cina di Mao non era riconosciuta come uno stato, lo spionaggio inglese faceva il tifo per l’Urss, Vladimir Putin aveva un anno, l’India aveva appena smesso di essere il gioiello della corona. Nella guerra, in cui prestò servizio come meccanico delle Land Rover, uno dei due suoi primi ministri preferiti – l’altro fu il laburista Harold Wilson – ottenne il sostegno decisivo dalla più importante delle sue ex colonie, che aveva fatto una rivoluzione pur di togliersi dai piedi la casa reale inglese, le giubbe rosse e le gabelle.
Di qui quella “special relation”, che è una delle cose più strane del mondo attuale.

Si chiamava Elisabetta II. La prima fu quella che sconfisse l’invincibile Armata e che non esitò a far tagliare la testa a sua cugina Mary, Queen of Scotland.

Il nuovo re, suo figlio, ha preso il nome di Carlo III. Carlo I, nel 1649 ebbe tagliata la testa dall’unica rivoluzione repubblicana che l’Inghilterra abbia tentato, quella effimera di Oliver Cromwell. Sconfitta questa, venne rimesso sul trono il figlio di Carlo I, l’incolore Carlo II.

Crudelmente Elisabetta II impedì a sua sorella Margaret di sposare il colonnello Townsend, eroe della Battaglia d’Inghilterra, perché divorziato e quindi impossibilitato dalla Chiesa Anglicana (in questo episodio reiterando il comportamento della sua antenata Elisabetta I). 

Nominò baronetti i Beatles, la più grande risorsa economica del Regno Unito negli anni Sessanta. I Beatles si fecero una canna nella toilette di Buckingham Palace, in attesa di essere ricevuti per la cerimonia. Non amò mai Diana Spencer, ma fece finta di. 

E poi, circa vent’anni fa, cominciò ad essere immortale.
Ed il mondo, in qualche maniera le ubbidì, ruotando intorno a lei.
Le passò addosso, mentre le rimaneva giovane e – appunto – trasmetteva questa eterna giovinezza a noi tutti: diciamo, quelli che hanno, nel mondo, dai novant’anni in giù.

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