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Tarocchi: chiave di lettura della vita e regalo originale

Illustrazione digitale di Cecilia Viganò, 2023

Illustrazione digitale di Cecilia Viganò, 2023

Il valore dei Tarocchi è quello dato da noi. Se siamo dei mediocri, li caricheremo di significati superficiali, parleremo soltanto degli amori, dei problemi economici, del tempo atmosferico, della salute, degli incidenti, debilitando così la lettura. Per ‘caricare’ per bene gli Arcani occorre imparare a vederli globalmente. Non si tratta di trovare la ‘definizione segreta’, si tratta invece di dare la definizione più sublime che troviamo

Alejandro Jodorowsky, La via dei Tarocchi

Tarocchi tra divinazione e introspezione

C’era una volta la mantica, la divinazione, la tradizione profetica alta e popolare. L’antichità chiedeva a voli di uccelli e a viscere di animali notizie sulla sorte degli imperi o sull’esito di una guerra. Tra le varie mantiche alcune sono definitivamente tramontate, altre invece emanano ancora un ambiguo fascino. Non li interroghiamo più sul destino del mondo – argomento preferito un tempo da sacerdoti e oracoli – ma su un’altra “irrealtà”: la nostra sorte. In questo senso rappresentano una sorta di linguaggio, un alfabeto fatto di fumo a cui ci rivolgiamo per quelle speranze inverosimili di cui siamo consapevoli, ma che ci divertiamo a farci vaticinare e anche a credere.
C’era una volta, e ancora c’è, il piacere di un gioco che seduce molti di noi. Più di altre formule divinatorie i tarocchi sottendono un fascino magico che non è solo superstizione ma storia e storie (basti ricordare Il castello dei destini incrociati di Calvino.

Mescolando carte e numerologia, cabala, fantasia e arte, i tarocchi sono ora uno strumento di analisi, di condivisione, di parola. Ce lo insegnano studiosi come Alejandro Jodorowsky, che alla lettura dei tarocchi ha dedicato molto tempo (sperimentato in prima persona l’efficacia di questa tecnica, facendosi “lettore” di carte in un caffè parigino) e scritti, esaltandone l’aspetto di mezzo che permette di sentire la voce interiore. Non più uno strumento per profetizzare il futuro, anzi, lo scopo è utilizzare il tramite delle carte per scoprire l'animo dell'interlocutore e aiutarlo a comprendere sé stesso, i sentimenti e le reazioni della propria vita.
Il tema centrale, insomma, è sempre la dimensione dell’inconscio e la ricerca di una terapia che permetta all’uomo una misura di vita più serena e consapevole. Non si tratta di una lettura delle carte di tipo divinatorio nella sua accezione di “conoscenza del futuro”, ma inteso come “scoperta di un presente ignoto”. Non per dire cosa accadrà né domani né tra dieci anni, ma per farci capire l’importanza dell’introspezione, dell’analisi attraverso uno strumento di indagine, un chiavistello che apra la porta chiusa della nostra psicologia profonda. Che questo chiavistello siano i Tarocchi è evidente.

Ovviamente chi se ne interessa deve in qualche modo essere incuriosito dalla lettura delle carte e dall’arte della divinazione, per alcuni quasi una eccelsa scienza o per lo meno una filosofia di vita densa di esoterismo, per altri un gioco di prestigio per affabulatori cialtroni e bugiardi impenitenti (e quindi in questo caso nemmeno il divertissement è contemplato).
La lettura sviluppa la propria capacità di intuizione e chi legge le carte deve essere dotato di empatia, curiosità, apertura mentale. Tralasciando le giuste polemiche sui cartomanti che svolgono questa “professione” a pagamento, in generale si parla semplicemente di meditazione e gioco, e così dev’essere.

Io non so se credere ai Tarocchi, perché sono scettico su queste cose, che poi è tipico del Capricorno. Però credo nell’innegabile fascino che queste carte, queste ‘Lame’, hanno esercitato nel corso dei secoli sulle persone di ogni classe sociale ed energetica. Chi, nella vita, non si è mai lasciato tentare da una bella lettura delle carte?

Leo Ortolani (dall'intervista con la nostra redazione)

Il significato degli Arcani Maggiori

Il Tarocco, inteso come gioco di carte è composto di 78 carte, dette «Lame» di cui 22 sono dette Arcani maggiori e 56 Arcani minori; questi si suddividono in quattro serie di 14  Lame corrispondenti, simbolicamente, ai quattro semi delle carte francesi (denari, bastoni, spade e coppe).
Ecco un brevissimo elenco dei significati principali attribuiti agli Arcani Maggiori (o Trionfi), ricordando che cambiano sostanzialmente se durante la lettura appaiono rovesciate, e che si declinano sempre in congiunzione con le altre vicine.
Per una prima, semplice introduzione alla cartomanzia e alla lettura dei tarocchi consigliamo Leggere i tarocchi. Una guida e molte idee per esperti e principianti di Valentina Divitini.

Il significato d'ogni singola carta dipende dal posto che essa ha nella successione di carte che la precedono e la seguono

Italo Calvino

II Mago (o anche Bagatto) rappresenta l'intelligenza, l'astuzia, il desiderio d'azione
La Papessa (anche Iside) è la comprensione, la scienza, i segreti positivi (l’inconscio)
L'Imperatrice è l'azione, la realizzazione, la fecondità, la vivacità
L'Imperatore rappresenta il potere, la protezione, l'ottimismo, gli appoggi
II Papa è l'ispirazione, l’insegnamento, ma anche iniziazione, saggezza, generosità
L'Innamorato (o gli amanti) simboleggia la scelta, l’amore, la passione, e per contro la tentazione
II Carro è trionfo, vittoria, aiuti dal cielo, viaggi, una spinta positiva
La Giustizia è equilibrio, armonia, dittatura, rigore, equità, fiducia
L'Eremita rappresenta la saggezza, la prudenza, il discernimento, la solitudine e consiglio
La Ruota della fortuna è elevazione, fortuna, evoluzione, cambiamento
La Forza simboleggia energia, fermezza, disciplina, risoluzione, consapevolezza
L'Appeso è espiazione, martirio, prova del destino, rinuncia e abbandono
L'Innominato (la morte) è trasformazione, rinnovamento, distruzione, fine e nuovo inizio
La Temperanza rappresenta il progresso, il cambiamento, la moderazione, l’amicizia
Il Diavolo è tentazione, vizi, fatalità, magia, sessualità, complicazioni
La Torre ci parla di disgregazione, rovina, pericolo inatteso, rottura, odio
Le Stelle simboleggia buona fortuna, successo, amore, belle speranze, favori del destino
La Luna è mutevolezza, incomprensione, inganno, mistero, equivoci, magia nera
II Sole rappresenta l’affermazione, la fortuna, il benessere, la soddisfazione, la ricompensa
II Giudizio è cambiamento, rinnovamento, sorpresa, resa dei conti, rinascita
II Mondo è armonia, gioia, trionfo, successo, ricchezza, compimento
II Matto indica genio o follia, colpi di testa, ispirazioni felici o deliranti

La storia dei Tarocchi

La loro origine resta ancora oscura. La stessa denominazione Tarocco è controversa. Alcuni affermano (o meglio affermavano perché questa tesi è stata superata nel tempo) che derivi dai vocaboli egiziani Tar (strada) e Ro (Re o regale). Altri studiosi sono certi che la parola Rota (ruota) derivi dalla Rota Mundi, ruota del mondo dei Rosacrociani, anagramma di Taro. Altri scrivono che il vocabolo deriva dall'arabo tariqa che significa «corda della vita», via del viaggiatore, aggiungendo che la parola araba turuq vuol dire «quattro vie».
Nel tentare una spiegazione etimologica del termine ‘Tarocco’, s'individua un collegamento fra la parola ‘Taro’, ‘Tarot’ e il termine ‘Tantra’, una tecnica mistica indiana, mirata all'ottenimento di un contatto con la divinità che dimora in ogni uomo per trovare l'armonia con il creato. Secondo questa ipotesi le radici andrebbero ricercate in un gioco sacro indiano, messo in relazione alle immagini che colorano le carte degli Arcani Maggiori dei Tarocchi.
Nel 1540 vi fu il primo tentativo di dare regole precise a quest’arte divinatoria: Guillaume Postel pubblicò il volume Clef des Choses cachées che sancì la nascita ufficiale della moderna cartomanzia e dei tarocchi che, pur con tutta una serie di varianti, sono usati ancora oggi.
Court de Gébelin, erudito francese del '700, vide nei tarocchi un'allegoria della religione e della filosofia egizia e dedicò a questo studio più di vent'anni della sua vita, pubblicando l’ottavo volume di Monde primitif, analysé et comparé avec le monde moderne - monumentale opera di mitologia - intitolato Il gioco dei tarocchi (1781).

Per lui — come si è detto — i tarocchi non erano altro che un'allegoria della filosofia egizia, oppure un libro sulla storia e la creazione del mondo. Risaliva, in questa interpretazione, addirittura al dio Toth e i tarocchi a suo giudizio non erano altro che i fogli di un libro scampato all'incendio degli antichi templi, con forti analogie con i geroglifici.
La parola Tarocchi, in ogni caso, viene usata la prima volta in un documento del 1505 (prima erano definiti Trionfi)
I Tarocchi divengono un nobile passatempo praticato nelle corti rinascimentali dell'Italia del Nord, un gioco per i ceti più elevati; nella Francia del Settecento e dell’Ottocento, svolgono un importante ruolo iniziatico. I Tarocchi cartomantici e occultistici vengono accomunati a testi alchemici e cabalistici.
La storia di queste carte meravigliose ci porterebbe lontano e noi rischieremmo certamente di perderci nei suoi meandri, dai popoli nomadi e zingari (tradizionalmente interpreti del futuro) alle divinità egizie ed indiane, dai crociati alle frecce divinatorie della Corea. Insomma, una storia lunghissima ed ancora tutta da chiarire.

Letteratura, arte e Tarocchi

Il potenziale fantastico, creativo e narrativo implicito nelle 22 figure dei Tarocchi, ha trovato diversi riscontri sia artistici che letterari, il più celebre dei quali è l’incantevole gioco combinatorio di Calvino nel Castello dei destini incrociati, ispirato ai Tarocchi di Marsiglia e guardando il celebre mazzo disegnato nel 1441 dal Bembo per i Visconti. Nel celebre romanzo un gruppo di viaggiatori che, per un complesso di circostanze diverse, hanno perso la parola si ritrovano in un castello. L'unico mezzo che hanno per comunicare è rappresentato da un mazzo di tarocchi da cui nascono narrazioni “come scene successive d'un racconto pittografico”.
A partire dal Boiardo e finendo ad Aldo Nove - che ha composto Ventidue poesie che lui stesso definisce “Significazioni in versi” raccontando le carte dei Tarocchi e il loro incanto (reso poi visibile da Mimmo Paladino che ha illustrato e interpretato le poesie stesse) -, i letterati attratti da questo mondo nascosto sono molti.
Altrettanto gli artisti: pittori e illustratori si sono ispirati ai tarocchi e ne hanno subito il magico fascino. Possiamo spaziare da Guttuso a Franco Gentilini, da Domenico Balbi a Tonato, da Dalì a Giugiaro.
Fino all’apoteosi del Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio.

Nel 1985 l’illustratrice Piera Grandesso realizza un mazzo di tarocchi ispirato ai Promessi Sposi dove Manzoni diventa il Mago, Renzo l’Innamorato, padre Cristoforo è l’Eremita, il Conte Zio è l’Imperatore, e Don Rodrigo il Diavolo.

Il Gabinetto dei disegni e delle stampe della Pinacoteca di Brera ha acquisito due raffinatissimi mazzi di tarocchi rinascimentali: i Tarocchi Brambilla e i Tarocchi Sola Busca, il più antico mazzo completo esistente al mondo, di Nicola di Maestro Antonio, un pittore anconetano, stampe su carta da incisione a bulino, miniate a colori con oro in polvere. La Pinacoteca Ambrosiana conserva 31 fogli su 50 della serie più antica a stampa realizzata nell’Italia settentrionale, attribuiti inizialmente al Mantegna ma poi a un pittore ferrarese mai identificato: un volume illustrato con i tarocchi per raffigurare l’armonia del mondo nell’unità dell’uomo come microcosmo e dell’universo come macrocosmo, in un percorso di elevazione della condizione del servo alla contemplazione di Dio.
Altri notevoli mazzi, parziali, cono le bellissime carte dei Visconti: il costo di un mazzo corrispondeva al valore attuale di un grattacielo.

Ricordiamo, a margine, le carte per la cartomanzia con acqueforti o disegni ottocenteschi: “Ricco matrimonio” e vediamo gli sposi tra fiori e festeggiamenti; “Buone notizie in famiglia” e sono ritratti i genitori con i figli sorridenti; “Denaro in poca quantità” e sulla carta una figura male in arnese; “Un segreto, prigionia, rovina” e l’uomo ritratto si porta le mani nei capelli…

I Tarocchi costituiscono innanzitutto un apprendistato al vedere

Marianne Costa

Curiosità

Leggenda vuole che Eisenhower si affidasse ai tarocchi per molte decisioni, Leonardo se ne interessava, immerso nei misteri della magia naturale, in un percorso storico-artistico ed esoterico relativo al significato, con particolare riferimento agli Arcani maggiori.

Negli anni Ottanta e Novanta del Novecento – dall’ottobre 1982 per esattezza - perfino un quotidiano come La Stampa (Stampa Sera) presentava una rubrica fissa dedicata alla lettura dei tarocchi curata da Franco Spinardi che attraverso un espediente “pratico” rispondeva alle richieste dei lettori leggendo i tarocchi singolarmente. Negli stessi anni, alcuni negozi offrivano la lettura dei tarocchi in omaggio a chi faceva un acquisto.

Nel 1986 nascono I tarocchi della buona tavola, su iniziativa del Club della Buona Carta. Simbolo dei locali che aderiscono a questa iniziativa diventa un tarocco disegnato in esclusiva e il cliente riceve una serigrafia a colori di questa carta, con la possibilità di completare il mazzo pranzando in tutti i ristoranti del circuito. I bastoni sono mestoli impugnati dal cuoco, le spade coltelli da tavola o di servizio, i denari piatti rotondi…

Nel 1994 (in un articolo del Corriere della Sera del 17 dicembre) il grande giornalista Gianni Riotta prova la divinazione con i Tarocchi per capire la crisi di governo di quel Natale. Situazione attuale: esce il Matto (Bossi); Situazione Futura il Bagatto (mediatore ma anche demagogo: Berlusconi); il Futuro, la Papessa che in quel momento storico è certamente la Pivetti (ma con qualche dubbio su Cossiga); la quarta carta è quella del Passato e qui arriva l’Imperatore, rappresentato da Oscar Luigi Scalfaro… e così via. E nel responso finale la Giustizia che domina su tutto con Antonio Di Pietro: “Buongoverno o regno dei prepotenti”. Com’è andata a finire lo sappiamo tutti.

I tarocchi di Jodorowsky

Se pensate che attraverso i Tarocchi si percorra una via di conoscenza di sé e degli altri, La via dei tarocchi è il saggio più serio in materia che possiate trovare, che prende le distanze dall’esoterismo “delirante” per entrare in una dimensione introspettiva.
Non magia, dunque, ma atti concreti attraverso oggetti materiali come le carte e nessuna faciloneria pericolosa. Jodorowsky utilizza i Tarocchi come strumento per penetrare nell’animo umano e arriva a suggerirne l’uso agli psicoanalisti.
Affascinante leggere nell’Introduzione la lunga via di avvicinamento dell’autore cileno agli Arcani maggiori (Il Matto, L’Appeso, La Papessa, L’imperatore, e così via) e minori (i quattro semi), sin dai primi anni di vita, grazie ad aneddoti familiari, e poi via, via con la frequentazione dei surrealisti a Parigi, attraverso ricerche alla Biblioteca nazionale di Francia sulle collezioni di Tarocchi, con lo studio dell’evoluzione delle immagini simboliche sino al convincimento che i Tarocchi di Marsiglia fossero la vera, unica versione attendibile di queste carte.
Recentemente è uscito un nuovo saggio che amplia la visione, riprendendo e approfondendo gli strumenti principali della sua metodologia terapeutica: La via dell'immaginazione. Dalla psicomagia alla psicotrance.

Il fascino discreto della lettura collettiva dei Tarocchi invase ogni settore della troupe del mio secondo film, in cui Jodorowsky era il protagonista. Durante il mese di lavorazione appunto, ci divertì, sorprese, appassionò. Un indiscutibile talento lo conduce. Ma il suo scopo resta comunque più elevato... Jodorowsky mira, con il suo apparente gioco, a liberare l'imprigionato dal suo carcere... a togliere, come lo hanno definito alcuni mistici tibetani, "il cappuccio che ci impedisce di vedere”. Egli possiede il gusto, cosa rara, di regalare soluzioni

Franco Battiato

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