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Vittorio Alfieri: una vita da titano e da travel-influencer

Immagine tratta dal libro "Vita, di Vittorio Alfieri, Rizzoli, 1987"

Immagine tratta dal libro "Vita, di Vittorio Alfieri, Rizzoli, 1987"

Volli, e volli sempre, fortissimamente volli

Complici la deformazione scolastica e l’intramontabile fascino dell’anafora, il nome di Vittorio Alfieri viene dai più istintivamente associato a questa citazione.

Forse oggi sarebbe la sua bio di Instagram, di sicuro la sua inclinazione a parlare di sé ne farebbe un travel-influencer da milioni di follower. E follower ne ha avuti, in vita e poco dopo la morte, avventa oggi, duecentoventi anni fa, quando divenne un simbolo per tutti gli scrittori risorgimentali e su tutti per Ugo Foscolo.

Nel Palazzo Alfieri di Asti, dove nacque «di nobili, agiati ed onesti parenti» c’è una parete che ospita una grande mappa dell’Europa, sulla quale il percorso dei suoi innumerevoli viaggi è indicato con fili di strass incastonati nel muro. Non è un dettaglio frivolo: a pensarci bene rappresenta alla perfezione l’idea che egli aveva di sé stesso e del contributo che egli stava dando all’Europa visitandola e percorrendola in lungo e in largo. 

Dalla sua autobiografia, Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso, veniamo a conoscenza che aveva la gastrite, che al cospetto di un manoscritto del Petrarca la sua reazione fu di gettarlo via e che provava un certo fastidio nei confronti dei sovrani, italiani o stranieri che fossero. Sentimento che lo porterà a sviluppare quello che grazie a lui viene definito titanismo, l’atteggiamento di ribellione a ogni tipo di autorità assoluta.

La suddetta autobiografia è preziosa anche perché ci mette al corrente delle inquietudini che scuotevano il suo animo. Di natura «né liberale, né facile» ebbe poche amicizie e parecchi amori, piccoli e grandi, ma solo nel caso della Contessa d’Albany scrisse «degno amore mi allaccia finalmente per sempre».

Stanco, esaurito, pongo qui fine ad ogni nuova impresa; atto più a disfare, che a fare […] in età di anni cinquantaquattro e mezzo mi do per vecchio, dopo ventotto anni di quasi continuo inventare, verseggiare, tradurre, e studiare

Così Alfieri si congeda dalla vita e dalla scrittura. Riposa, ormai da più di due secoli, insieme ai grandi, in Santa Croce.

I libri di Vittorio Alfieri

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