Diario di bordo

Che pensate di Will Smith? E della resistenza ucraina?  

Martedì 29 marzo

Leggo oggi che l’argomento più discusso al mondo è lo schiaffo dato nella notte degli Oscar da Will Smith a Chris Rock, reo di aver sbeffeggiato la moglie di Will, Jada Pinkett Smith, perché affetta da alopecia. Ha fatto bene, Will Smith, a reagire così? Oppure bisogna togliergli l’Oscar? Il suo è stato un inutile gesto patriarcale di fronte a una donna che non ha alcun problema a mostrare in pubblico la sua malattia?
Voi cosa avreste fatto? “Ah, se fossi stato io, altro che un buffetto, gli avrei spaccato la faccia…”. Eccetera. Il dibattito, immagino, durerà a lungo.

Per tornare ai nostri tristi dibattiti quotidiani sulla guerra, tre segnalazioni:

  •  la proposta di Paolo Mieli e di Gad Lerner: far sapere ai telespettatori se gli opinionisti che ci dicono ogni sera cosa dovrebbe fare la Nato, cosa dovrebbe fare Zelensky, cosa dovrebbero fare gli ucraini (senza dirci mai cosa dovrebbe fare Putin) sono pagati.

  •  il contributo alla discussione di Marino Sinibaldi, di cui qui mi fa piacere condividere un estratto (il testo completo di Marino Sinibaldi, già direttore per dieci anni di RAI Radio 3, lo trovate su Il Post):

«Se l’Ucraina avesse ceduto subito, come molti profetizzavano (e qualcuno auspicava) avrebbe reso vere le farneticazioni di Putin sul Russkiy Mir, il grande mondo russo da riunificare: un paese che non resiste è un paese che non esiste. E avrebbe chiuso definitivamente la bocca a quel poco di dissenso democratico che la terrorizzata società russa è in grado di generare. Ma gli ucraini da un mese resistono».

  • Segnalo infine, sempre dal Post, che Novaya Gazeta, il principale giornale indipendente russo, ha annunciato di aver sospeso la pubblicazione del giornale di carta e degli articoli sul suo sito online «fino alla fine della “operazione speciale sul territorio dell’Ucraina” per le minacce ricevute dal governo. Dmitri Muratov, cofondatore e direttore del giornale, aveva ricevuto l’ultimo premio Nobel per la pace e lo aveva dedicato ai suoi sei giornalisti uccisi. La più nota è Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006, e di cui immagino sappiate tutto.

 

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