Ero stato fra i tanti ad applaudire per il ritorno alla psichedelia più pura e sognante dei Dream Syndicate, con The Universe Inside, due anni fa.
Ora, con Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions, la band di San Francisco (che, a essere precisi, però arriva dalla cittadina di Davis) fa un'altra svolta o, per meglio dire, tira il freno, proponendo una raccolta di canzoni dalla struttura abbastanza tradizionale, che rimandano agli anni Sessanta di Bob Dylan o The Byrds. Nulla di rivoluzionario, nulla di (come dire?) "utile".
Eppure tutti i pezzi funzionano, si finisce perfino per canticchiarli e, in ogni caso, la pienezza del suono è quella di un disco prodotto e registrato oggi.
Buono da regalare o da farsi regalare, perché i regali più azzeccati sono spesso oggetti che non ci si comprerebbe da soli, per se stessi, ma a ritrovarseli in mano poi si è contenti.
‘Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions’ è un lavoro dal titolo criptico influenzato tanto dai sempre presenti Velvet Underground quanto dal glam britannico e dal prog tedesco. Per i Dream Syndicate del 2022 non sembra essere passato un giorno dagli esordi di 40 anni fa, hanno solo incorporato un ossatura più krautrock che in passato e attivato un motore ritmico alla Neu, ma senza rinunciare alla tipica melodia psichedelica che ha sempre contraddistinto il loro sound.
Ritorno più gradito è quello dei Wilco, con Cruel Country, titolo che già la dice lunga, dato che si tratta di un album dove in cui il country viene fatto a brandelli e ricomposto, a volte in canzoni scarne e desolate, altre volte in composizioni di ampio respiro melodico e ritmico. Un disco molto lungo, tuttavia privo di cedimenti. A patto di dedicargli la giusta concentrazione, cosa che vale un po' per tutti i lavori dei Wilco. Non è che potete metterli su, di sottofondo, mentre preparate il ragù.
Il rischio che sembrino "canzoni normali", a un ascolto distratto, è abbastanza elevato.
Edizione in vinile
“Ora” e’ il nuovo album dei Diaframma, ventunesimo per l’esattezza, la band guidata dallo storico Federico Fiumani. Contestualmente all’annuncio la band rende disponibile un singolo intitolato “Coperte tumorali”, accompagnato da un videoclip diretto da Elena Elisabetta D’Anna Olivares.
E ancora un ritorno, ma allo stesso tempo anche una novità, è il primo e omonimo disco di Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri. Riff pesanti per testi ancora più pesanti, recitati e urlati da Capovilla come ai tempi del Teatro degli Orrori. La rabbia in corpo non è stata placata dagli anni.
Un disco rivoluzionario nell'impeto, dunque, ma non nella sostanza.
Però, come ho già avuto modo di dirvi, talvolta è bello trovare esattamente quello che ci si aspetta.
Discorso che, per chiudere in bellezza, vale pure per Ora, dei Diaframma dell'indomito Federico Fiumani.
I testi sono sanguigni e provocatori (un titolo per tutti: "Nella testa di un attore porno"), la musica è scarna e tagliente.
Ricetta vecchia, ma non se n'è mai sazi.
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