Senza offendere nessuno di Giovanni Scifoni

Con il suo Senza offendere nessuno, Giovanni Scifoni ci offre una riflessione tanto facile da seguire quanto attuale. In un mondo in cui il dibattito è sempre più diviso e divisivo, esprimere opinioni che siano genuine e personali sembra una missione impossibile. Una missione che solo un animale bizzarro quanto l’ornitorinco potrebbe compiere. Il rischio, però, è quello di restare soli ed essere considerati, proprio come il povero ornitorinco, uno scherzo della natura.

Allontanare chi appare troppo sfuggente, chi ha idee che sembrano troppo difficili da incasellare o chi crediamo diverso da noi, ci riesce semplice. Schierarsi con un gruppo o col gruppo opposto sembra un dovere da rispettare per ogni argomento, dai più superficiali a quelli più seri e intimi. Questo libro vuole porre una riflessione sulle difficoltà ad esprimere pareri che siano sfumati, su quanto sia facile etichettare come nemico chi non la pensa esattamente come noi e sul modo in cui ci viene spontaneo dividerci in “buoni” e “cattivi” senza neanche ascoltare realmente il prossimo. Così ci ritroviamo frammentati in fazioni. Diveniamo sempre più incapaci di dialogare o seguire genuinamente il ragionamento del nostro interlocutore. Ma dividersi, allontanare l’altro, significa anche isolarsi.

Attraverso aneddoti di vita vissuta, dipinti con l’aiuto di personaggi e dettagli che non possono non rimanere impressi, l’autore ci accompagna lungo un cammino costruito da pensieri e ipotesi su come affrontare lo scoglio che rappresentano, oggi come ieri, le divergenze di idee. Ci si addentra dunque tra le dinamiche dello scontro; che sia esso uno scontro dialettico, violento, politico, uno scontro tra inquilini o persino uno scontro tra bambini sul litorale di Ladispoli.

I dubbi che Giovanni Scifoni si pone in Senza offendere nessuno, sono domande che tutti dovremmo farci. Possiamo veramente metterci in contatto con l’altro senza mettere davvero in gioco noi stessi? Il modo in cui, ad oggi, tendiamo a gestire il dibattito è realmente sano e funzionale? Può esistere un verso scambio di idee se si parte con la pretesa che la nostra ragione sia assoluta e chiunque la contraddica sia necessariamente nostro antagonista e vada pertanto allontanato?