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Che cosa fa la gente tutto il giorno? di Peter Cameron

«Era come immaginavi?»
«Non mi pare». Si è guardato intorno. « Ma quando vedo una cosa mi dimentico sempre come me l'ero immaginata. Cioè, so che ne avevo un'immagine in mente ma ormai se n'è andata»

Non apro mai un libro se non ho a portata di mano una matita. Penso che la lettura sia per lo più un gesto interattivo: leggere, sottolineare, scrivere, unire frasi e pensieri. A me serve per mappare le storie. Rapportandomi concretamente con le pagine è come se le prendessi in mano, come se ne possedessi una conoscenza intima, propria solamente di chi quel libro lo ha scritto. E poi mi serve per ricordare: se non scarabocchio geroglifici ai margini dei libri, io di quelle storie non ricordo niente, mi scivolano addosso e a distanza di qualche settimana non riesco a collocarle nella geografia della mia vita: era un racconto, un sogno o una cosa successa veramente?

La matita è uno strumento imprescindibile per la mia lettura. O meglio, lo era, fino a che non ho incontrato Elaine, la protagonista del primo racconto raccolto in Che cosa fa la gente tutto il giorno? (Adelphi).

 

Che cosa fa la gente tutto il giorno?

Nel mondo dei racconti di Peter Cameron, che assomiglia terribilmente al nostro, chi cerca sé stessa, rimpiange qualcuno che ha perso, fa i conti con un perenne senso di inadeguatezza, si sforza – spesso invano – di trovare un modo per comunicare con le persone vicine.

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«I Peace Corps non sono una via di fuga. Non possono essere usati come scappatoia»
«Io non sto scappando, ecco perché voglio tornare subito indietro. Se resto qui, troverò un altro lavoro e tutto, e allora sì che avrò qualcosa da cui scappare, ma adesso non ho un bel niente da cui scappare. Niente di niente. Quindi non è una fuga».
Mi è sembrato un ottimo ragionamento, ma l'uomo si è limitato a guardarmi in modo strano.

Elaine è appena tornata dall’Africa; mentre pensa a come riprendere le fila della sua vecchia vita, trova lavoro alle Terre dei Pellegrini, un parco a tema a 350 km da quella che tanti anni prima era la sua casa. Nel parco troverà qualcosa di inaspettato, e quando non saprà più dove andare è lì che tornerà. E noi che leggiamo ci torniamo con lei.

Peter Cameron ha un potere incredibile: quello di portarti con sé. È come se ti presentasse ogni personaggio, li vediamo muoversi nelle loro case, nei posti che hanno abitato e di cui non possono più sentirsi parte.

Che cosa fa la gente tutto il giorno? è una raccolta di dodici vite, dodici storie scritte da Cameron tra il 1984 e il 2014. Sono spaccati di persone e di relazioni tra le persone, diverse per età, condizione, provenienza, situazioni e ostacoli. Persone diverse, in periodi diversi della propria vita.

Ma tutte simili, fragili e complesse, tutte desiderose di conoscere meglio se stesse, e chi le circonda, andando oltre la superficie. E i rapporti mutano, cambiano, in un battito di ciglia. Cameron porta il lettore a crearsi un’immagine mentale di una situazione, o di un luogo, per poi ribaltarla facendone nascere una nuova e cancellando le tracce di quella che l’aveva preceduta.

È un viaggio nella natura umana, a cercare di comprenderla meglio standole vicino; così i protagonisti sono la parte della coppia che è sopravvissuta alla morte dell’altro, una cagnetta da tenere nascosta a chi vive con te, un amore che ha sbagliato il tempismo, una donna che scopre di non avere più una casa ed è costretta a reinventarsi. E per fare questo i momenti migliori sono quelli di passaggio: brevi e intensi, con un finale che non potrebbe che essere quello.

Elaine, Jane, Miss Alice Paul sono immagini in movimento: sempre simili a se stesse, ma diverse a ogni riga, al punto che non riesci più a ricordati come te le eri immaginate a quella prima.

 

Qui potete leggere anche la nostra intervista a Peter Cameron che ci parla di questo libro e molto altro.

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Conosci l'autore

Scrittore statunitense. Si è laureato all'Hamilton College di New York nel 1982 in letteratura inglese.Ha venduto il suo primo racconto al The New Yorker nel 1983 dove ha successivamente pubblicato numerose altre storie. Il suo primo romanzo è stato una raccolta di racconti dal titolo In un modo o nell'altro, pubblicato da Harper & Row nel 1986 (in Italia da Rizzoli). Il suo secondo romanzo, The Weekend, è stato pubblicato nel 1994 da Farrar, Straus & Giroux, che ha anche pubblicato Andorra, nel 1997 e Quella sera dorata nel 2002.Ha pubblicato anche Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007), Paura della matematica (2008), Coral Glynn (Adelphi 2012), Gli inconvenienti della vita (Adelphi 2018), Cose che succedono la notte (Adelphi 2020), Anno bisestile (Adelphi 2021) e Che cosa fa la gente tutto il giorno? (Adelphi 2023).

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