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Il caso Agatha Christie di Nina de Gramont

Voi che state leggendo queste pagine lo sapete: Agatha Christie non scomparve per sempre, e non morì nel mese di dicembre del 1926. Raggiunse un’età veneranda e scrisse molti libri. (…) Si lasciò alle spalle Archie e quel matrimonio infelice, e oltre a diventare una delle scrittrici più lette di tutti i tempi, visse un amore a lei più congeniale (...) Ma nessuno poteva sapere niente di tutto ciò, quando la polizia trainò la sua automobile sulla strada

La vicenda su cui si basa questo romanzo storico è semplice e piuttosto nota: nel dicembre del 1926 la scrittrice inglese Agatha Christie, che aveva già acquisito una certa notorietà ma non era stata ancora incoronata “la regina del giallo”, dopo aver saputo dal marito Archibald Christie che intratteneva una relazione con un’altra donna e voleva il divorzio, sparì per undici giorni. La sua auto venne ritrovata abbandonata sul ciglio di una strada di campagna e da quel momento partì una vera e propria caccia all’uomo (donna, in questo caso!) in tutto il Paese. Quando venne ritrovata in un albergo termale, Agatha affermò di non ricordare nulla di quanto accaduto e per tutta la vita non svelò mai cosa fosse successo.
Non ne fece parola nemmeno nella sua autobiografia La mia vita, pubblicata postuma nel 1976. Un mistero che, evidentemente, non era disposta a raccontare a nessuno.

Il caso Agatha Christie
Il caso Agatha Christie Di Nina Gramont de;

In questa appassionante ricostruzione possibile degli undici giorni in cui la scrittrice scomparve per il mondo, Nina de Gramont crea una trama fitta di mistero e colpi di scena, in cui nulla è come appare, nessuno dice la verità e soprattutto la soluzione potrebbe essere lì in piena vista, alla luce del sole, in perfetto stile Agatha Christie.

Sarà per il fatto che la Christie è probabilmente la più nota scrittrice di romanzi gialli, ma scoprire che sia stata lei stessa protagonista di un piccolo mistero mentre era in vita è davvero molto intrigante, tanto che nel tempo sono state fatte diverse speculazioni e congetture su quei misteriosi undici giorni. Se ne sono occupati già altri scrittori tra cui Marie Benedict, autrice del romanzo Il mistero di Agatha Christie e Jared Cade, che ha scritto una biografia molto dettagliata della scrittrice dal titolo Agatha Christie e il mistero della sua scomparsa.

Detto questo, va comunque fatta una precisazione doverosa per tutti i fan di Agatha Christie. Il caso Agatha Christie è totalmente frutto della fantasia di Nina de Gramont, ispirata nella sua narrazione dal fatto che la scrittrice si fosse registrata con il nome dell’amante del marito nell’albergo dove poi venne ritrovata. Partendo da questo particolare decisamente curioso, la Gramont immagina una vicenda intricata, romantica, tragica e affascinante che lega in modo assolutamente originale e imprevedibile le due donne. Non dà però alcuna risposta su cosa sia effettivamente successo e, quindi, il romanzo va letto esattamente per quello che è: un lavoro di finzione che prende l’avvio da fatti realmente accaduti e li plasma in una storia originale e coinvolgente.

Se la vicenda della scomparsa di Agatha è centrale nel romanzo, altrettanto lo è quella di Nan O’Dea, voce narrante e amante del marito. I due piani narrativi si alternano e intrecciano, mostrandoci le circostanze tormentate che hanno condotto Nan nella vita di Archie e Agatha, svelando poco alla volta tutti i misteri (compresi un paio di omicidi del tutto in stile Agatha Christie) e lasciando che la ricostruzione degli eventi acquisisca senso davanti ai nostri occhi un pezzo dopo l’altro e in modo mai banale.

L’ambientazione storica della vicenda completa il tutto ricreando un tempo lontano da noi ormai un secolo, ma che sentiamo incredibilmente vicino e mai dimenticato. In tutto il romanzo aleggia l’ombra della Grande Guerra, che si allunga e insinua con prepotenza nella vita delle persone: alcune le uccide, altre le distrugge, le cambia, le avvelena, le spezza. E quando ancora riecheggiano gli echi delle mitragliatrici e si inciampa nel fango delle trincee, l’influenza dà il colpo di grazia, abbattendosi sull’Europa e sul mondo.

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La vita di Nan è quella di tante ragazze che, come lei racconta, vissero quegli anni di miseria e disperazione, di lutti anzitempo, di sogni infranti, di fatiche e ingiustizie.

Sono questi, infatti, gli anni delle prime Case Magdalene, sorte in Irlanda e Inghilterra per accogliere le “ragazze perdute”, così come accade anche a Nan, dove vennero sottoposte a ripetute violenze verbali e fisiche che cancellarono o segnarono per sempre le loro esistenze, e spesso quelle dei loro figli illegittimi, in un buco nero di indifferenza

Il tempo delle donne che scompaiono era iniziato molto prima che Agatha Christie salisse in macchina (…). E sarebbe andato avanti per un pezzo. Le ragazze sparivano da casa, da scuola, dal posto di lavoro. Il giorno prima erano in giro per i fatti loro, sedute in classe, a divertirsi con le amiche, a passeggio mano nella mano col fidanzato, e il giorno dopo non c’erano più!

L’accurata ricostruzione storica di quegli anni ’20 in Europa ci restituisce, dunque, l’atmosfera del tempo, dei luoghi, dalle dimore ai paesaggi, avvolgendoci in un’esperienza immersiva che rende la narrazione fluida e credibile.

E allora lasciamoci condurre dalla voce ora determinata, ora languida o nostalgica di Nan e affascinare dal sorriso e dall'arguzia di Agatha, dalla campagna inglese che profuma di legna bruciata, dalle sconfinante distese verdi d’Irlanda lucide di pioggia. E, infine, rivolgiamo un pensiero rispettoso delle loro sofferenze a quegli sguardi giovani, accesi, eterni che emergono nelle pieghe del racconto.

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