Scelti per voi

Il potere del ciarlatano di Grete De Francesco

In primo piano, a destra della scena, ci sono una donna e un uomo con addosso la baùta, la tipica maschera del carnevale veneziano caratterizzata da un lungo mantello nero che avvolge il capo; dietro di loro, disposti al centro, vediamo un bambino di spalle con il braccio sinistro alzato e tre donne intente ad ascoltare le parole di un uomo con la giacca blu, mentre mostra su un piccolo palco di legno, a sinistra della scena, una boccetta in cui è contenuto un unguento misterioso. Sullo sfondo c’è un teatrino di burattini.

È Il Ciarlatano di Pietro Longhi, un dipinto del 1757 conservato presso il Museo Ca’ Rezzonico di Venezia. Neri Pozza lo ha scelto come copertina de Il potere del ciarlatano, il libro di Grete De Francesco pubblicato nella collana I colibrì, uscito nel 2021, tradotto e curato da Marco Di Serio.

Il potere del ciarlatano
Il potere del ciarlatano Di Grete de Francesco;

La figura del ciarlatano, di «colui che si vanta di sapere qualcosa che non conosce, di avere capacità che non ha», appartiene a ogni epoca della storia dell'umanità. Persino, come si ricava dalle pagine di questo libro, a quella rischiarata dai lumi, in cui il mito della ragione generò legioni intere di ciarlatani.

Questo trattato sulla ciarlataneria è apparso per la prima volta nel 1937, dato alle stampe dall’editore svizzero Benno Schwabe. Come riporta Di Serio nella prefazione, a ispirare l’opera fu la novella di Thomas Mann Mario e il mago (1930), in cui l’illusionista Cipolla ipnotizza Mario, un cameriere di Portovenere, facendogli credere di essere la ragazza che lui ama. Nel personaggio di Cipolla, simbolo del dittatore che irretisce le masse, De Francesco vide l’archetipo dei moderni ciarlatani. Mann e Benjamin lodarono il lavoro di ricerca certosino e scrupoloso svolto dalla scrittrice.

Margarethe Weissenstein De Francesco nacque a Vienna nel 1893 da una famiglia ebrea e morì nel 1945 nel campo di concentramento di Ravensbrück. Studiosa appassionata, fu la prima donna a laurearsi in Scienze politiche alla Hochschule für Politik di Berlino. Viaggiò molto, visse in vari Paesi, tra cui l’Italia, dove sposò l’ingegnere di Rovereto Giulio De Francesco. Acuta osservatrice delle vicende storico-politiche europee, intuì la minaccia autoritaria che incombeva e il suo potere soggiogante. Dal 1933 al 1941 collaborò con il periodico illustrato Ciba Zeitschrift di Basilea, per il quale si occupò del legame tra la medicina e le discipline culturali. Fu così che, raccogliendo materiale per le sue pubblicazioni, delineò il profilo del ciarlatano, fino a scrivere il trattato diventato famoso in tutto il mondo.

Ma chi è il ciarlatano?

«Colui che per le piazze spaccia unguenti o altre medicine, cava i denti, e anche fa giuochi di mano», per essere visto si “eleva” al di sopra della folla, balza su una panca, da saltimbanco in cui si trasforma grida le sue ciarle. Contraffattore della parola, «distillatore di menzogne, specula sulla credulità e sulla stupidità umana». Intorno a lui ci sono sempre giocolieri, funamboli e marionette. La metafora è subito servita. Viaggiatore per mestiere, scopritore di elisir lontani, poco importa se la sostanza sconosciuta ai più sia davvero in grado di trasformare i metalli in oro o guarire dalle malattie o allungare la vita, ciò che conta è farsi credere. La malafede è la sua cifra. Il Rinascimento vede la rifioritura dell’alchimia, la «scienza ausiliaria dei ciarlatani», che gli permette di consolidare il potere acquisito nel Medioevo.

Poiché spesso gli ignoranti mostrano diffidenza verso ciò che faticano a concepire, le prede preferite dal ciarlatano sono i semi-istruiti, coloro che possiedono conoscenze fumose, superficiali, frammentarie. Quelli che in passato si sono rivolti anche ai medici, rimanendone però delusi non vedendo i loro problemi risolversi. Sono gli sfiduciati nella scienza, per questo facili da plagiare con la magia, che somiglia alla medicina, si serve di pozioni miracolose e accarezza le loro illusioni. 

Il potere del ciarlatano è un’opera minuziosa, sistematica, ricca di riferimenti storici e bibliografici. L’autrice riporta le vicende dei più scaltri ciarlatani della storia (Pergola, Bragadin, Cagliostro, per citarne alcuni), rivelandone i limiti, poiché furono loro stessi i primi, pur celandolo con astuzia, a non credere nelle cure che tanto pubblicizzavano: 

«L’ostilità e le ingiurie di Cornaro nei confronti della scienza medica furono particolarmente accese. Ma quando lui stesso una volta si ammalò, fece venire di corsa un medico. Una volta ristabilito, si dimenticò del medico che lo aveva assistito e attribuì la sua guarigione ai rimedi dell’adorato Bragadin».

Chissà oggi cosa avrebbe detto Grete De Francesco dei novax...

Le recensioni della settimana

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente