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Il signor Palomar a Barcellona di Tina Vallès

Per parlare dell’ultimo libro di Tina Vallès, intitolato Il signor Palomar a Barcellona (Solferino editore), ho avuto la forte tentazione di partire dalla fine, dal capitolo finale esattamente, dove l’autrice rileva tutti i motivi che hanno ispirato il suo lavoro. Ma poi ho capito che, anche se non si tratta di un giallo, era giusto che il lettore arrivasse alla spiegazione conclusiva attraversando le pagine del libro senza preconcetti e con la mente libera.

È comunque innegabile, come dice il titolo stesso, che questo libro nasce sulla scia dell’opera di Italo Calvino intitolata appunto Palomar. Un testo quest’ultimo che tutti dovremmo leggere o rileggere sicuramente perché si tratta di una alchimia unica tra romanzo filosofico e racconto autobiografico, su quelle che sono le ampie conoscenze di uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento e che ci vengono rivelate quasi come fossero pagine del suo testamento culturale

Ritornando al nostro libro, il primo segnale del significato della storia lo troviamo praticamente subito, appena il protagonista, il signor Palomar, sbarca a Barcellona, in compagnia di moglie e figlia.

Il signor Palomar a Barcellona

Il signor Palomar si trasferisce a Barcellona: è il 2019, poco prima del lockdown, ma il celebre personaggio di Calvino ha bisogno di cambiare, di vivere una novità. Intanto, passa il tempo a guardare il mondo e a rifletterci su, in un susseguirsi di episodi quotidiani che ci danno la misura di quanto il mondo vada ben oltre le apparenze.

Palomar ha bisogno di una nuova città per tornare a essere quello di sempre. Nuove strade, nuovi edifici, nuove passeggiate per osservare tutto con gli occhi di sempre, per capire tutto con la stessa testa di prima. Ha bisogno di nuovi istanti da descrivere!

Da qui partono tanti micro capitoli suddivisi secondo lo scorrere dei mesi, da agosto 2019, fino a luglio 2020. Un susseguirsi di aneddoti che Palomar ci racconta, o meglio, descrizioni di piccoli episodi di vita vissuta che il protagonista osserva e in cui ritroviamo tutto la sua realtà umana, piacevolmente immerso tra le strade di una Barcellona splendida e solare. Ogni singolo racconto è un flash letterario che ci rivela come tra le pieghe della nostra quotidianità ci sia un mondo infinito di spunti di umanità che solo se fossimo in grado di guardare bene potremmo apprezzare, sviluppando di conseguenza un pensiero che possa andare oltre le apparenze. Ecco le due parole chiave nel libro: “guardare” e “pensare”

La formula adottata dalla scrittrice attraverso il protagonista è semplice ma complessa allo stesso tempo, cioè osservare con attenzione quello che ci circonda vuol dire far nascere dentro ognuno di noi la capacità di ragionare, di pensare con la propria testa senza condizionamenti!

In fondo Palomar è anche il nome di un famoso osservatorio astronomico e il parallelo calza perfettamente, perché il nostro protagonista osserva il mondo con tutte le sue particolarità proprio come farebbe un astronomo cercando i più piccoli segnali provenienti da stelle o mondi lontani!

Se poi a questa sensazione sovrapponete quello che è successo dopo il 13 marzo del 2020 («il giorno prima di tutto», come lo chiama Palomar) cioè la data in cui è iniziato il lockdown causato dalla pandemia di Covid-19, allora potreste provare la stessa emozione di Palomar nel constatare come quella realtà sconosciuta per tutti noi, che ci ha portato a toccare con mano sia una giustificata privazione della libertà e sia una presa di coscienza sulla nostra società, è stata realmente l’occasione per aprire gli occhi sulle nostre vite.

Prima di mettersi a osservare gli altri, ognuno dovrebbe sapere bene chi è... recuperare l’identità svanita, un’identità che per lui comincia dal nome.

E in quella sospensione temporale e fisica del proprio “lavoro” di osservatore che Palomar scopre la sua fragilità dentro un mondo difficile da decifrare.

È salito lassù per tornare a godere e dolersi della vastità del mondo, per sentirsi di nuovo insignificante, fragile, in un universo inafferrabile!

Con una scrittura rapida ma minuziosa Tina Vallès ci fa conoscere l’altra faccia del Palomar di Calvino, un personaggio che sembra fuori dal mondo ma proprio quando il mondo lo “mette” dentro quattro mura, ci emoziona con la sua ricerca continua nel descrivere attimi di vita che si rivelano fonte di conoscenza e quindi sinonimo di libertà!

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Tina Vallès (Barcellona, 1976), filologa di formazione, si dedica alla scrittura e alla traduzione. È autrice di racconti, romanzi, libri per bambini e album illustrati. Cura il portale di racconti Paper de vidre ed è membro fondatore dell’Associazione professionale dei traduttori e interpreti della Catalogna. Nel 2017 con La memoria dell’albero (Solferino 2018) ha vinto il Premio Llibres Anagrama per il romanzo.

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