Settant'anni di vita di un avventuriero, di un poeta, di uno straordinario protagonista che parte da una città sperduta dalla Russia
Incontriamo anche noi Limonov, come Emmanuel Carrère e come Michele Sasso (qui la nostra intervista), più volte nel corso della sua vita.
La prima volta è a Parigi, negli anni Ottanta, dove Eduard Limonov si è fatto strada come scrittore underground, dopo una vita di stenti, tra la Russia comunista e l'esilio volontario a New York, in cerca di fortuna.
Limonov è un poeta fuori dalle righe, è autentico, provocatorio, diverso da quegli intellettuali russi così seriosi e impegnati nella loro affannosa denuncia contro la dittatura sovietica.
Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro.
È un anticonformista, ribelle e al tempo stesso ambizioso e desideroso di gloria, ma è anche un uomo che ha conosciuto la fame, la violenza, che ha fatto conoscere la violenza, un uomo cresciuto in un contesto degradato, quello della periferia sovietica dell'immediato dopoguerra. Limonov è, in poche parole, alla ricerca di riscatto.
Il romanzo è questo, il racconto del suo voler fare qualcosa, provandoci per tutta la vita, aggrappandosi con le unghie a tutte le opportunità che incontra.
La vita di Limonov è una vita straordinaria, piena di colpi di scena, che vale la pena di essere letta perché racconta cosa è stata la trasformazione della Russia dal comunismo al capitalismo
Una vita sregolata e di affetti fin troppo violenti, quindi, quella di Limonov. Un protagonista che continua ad attrarre e respingere il proprio autore e lettore per le ombre oscure che calano su di lui.
Affiliazioni politiche, idolatria della guerra, nostalgie di regime, nazionalismi che lo portano ad allontanarsi dagli ambienti intellettuali occidentali che inizialmente lo avevano accolto.
E nonostante tutto Carrère ne è affascinato.
Noi incontriamo Limonov solamente nelle pagine. Carrère no, Carrère lo incontra nei primi anni del Duemila a Mosca, a una manifestazione contro Vladimir Putin. È da questo momento che l'autore riallaccia i rapporti con Limonov e inizia la ricostruzione della sua vita.
Limonov è un libro frutto di anni di ricerche e documentazione, diviso in parti che corrispondono a ogni fase della vita del protagonista. Racconta tutto il Novecento, si ferma a New York, a Parigi e poi torna in Russia.
Leggere Limonov vuol dire osservare lo scontro di due punti di vista: quello di un intellettuale francese e quello di un poeta russo. Un libro che sa farci immergere in una storia complicata, rendendola avventurosa e affascinante. Come il suo protagonista, Eduard Limonov.
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