I proletari non hanno niente da perderci se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi, unitevi!
È un grido, quello di Marx ed Engels, che vuole chiamare all’azione un’epoca.
È il grido degli oppressi contro gli oppressori, del proletariato contro la borghesia. È la lotta di classe, messa per scritto.
Se fino ad allora, fino al 1848, il comunismo era stato qualcosa di indefinito, «Uno spettro» che «si aggira per l’Europa», quest’opera vuole diventi qualcosa di concreto, in carne e sangue, un programma, scientificamente certo, da contrapporre alla società capitalistica e conservatrice, perché: «È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso».
Uno dei testi che sono riusciti a cambiare il mondo, tradotto in più di duecento lingue e ancora oggi un compendio politico senza eguali. Il Manifesto di Marx ed Engels non smetterà mai di parlare ai suoi lettori né di influenzare il nostro presente.
La nostra epoca, l’epoca della borghesia, si distingue però dalle altre per aver semplificato gli antagonismi di classe. L'intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte l’una all’altra: borghesia e proletariato
Il comunismo è l’opposizione alla borghesia, è la soluzione agli orrori e all’oppressione; e il partito comunista si presenta come l’unico e vero rappresentante degli interessi del proletariato, degli oppressi.
In una parola, i comunisti sostengono ovunque ogni movimento rivoluzionario contro le condizioni sociali e politiche esistenti […] Dichiarano apertamente che i loro obiettivi possono essere raggiunti soltanto con il sovvertimento violento di ogni ordinamento della società esistito finora
Sono parole nuove, che risuonano di forza, di volontà di agire per cambiare le cose, necessità ancestrale, tradotta in ritmo incalzante e toni aggressivi; una scrittura che non ha paura di ferire, di trapassare l’animo e la volontà come la più acuminata delle frecce. È rabbia e proposta, un testo che si fa specchio della propria epoca e, al tempo stesso, dei grandi eventi della storia contemporanea, corrispondenza biunivoca fra passato e futuro.
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