Ho imparato cosa significa essere vivi. Ricordatevelo, alla fine. Io sono vivo. E non vi permetterò mai di vedere cosa c’è dentro il mio cuore. Non è mai stato per voi
In questa opera, nonché ennesimo retelling di Le avventure di Pinocchio di Collodi, impastata di metallo, legno e condita di emozioni a non finire, T. J. Klune catapulta il lettore in una versione alternativa della Terra nella quale gli umani non sono la forma di vita più popolosa; uno dei temi fondamentali è proprio la natura della vita, insieme a quelli dell’identità e dell’amore. Il mondo che si osserva appare solitario e spigoloso, a tratti freddo nonostante il turbine di emozioni vissuto quasi costantemente dai personaggi: Victor Lawson, umano, che vive con il padre Giovanni e altri due amici robotici, Infermiera Ratched e Rambo, in una foresta distante dalla civiltà.
In una foresta antica e sperduta, in mezzo ad alberi maestosi, c'è una curiosa casetta in cui abitano tre robot e il giovane Victor Lawson, unico essere umano della famiglia.
I quattro conducono una vita semplice, fatta di esplorazione del Deposito rottami, di giornate a guardare in TV Cappello a cilindro, ad ascoltare musica e ballare. Sarà la scoperta di un androide disattivato e rottamato che scatenerà una serie di eventi e domande; un vero e proprio richiamo all’avventura, che in verità è un viaggio di vita.
Tu sei un essere finito. Il tuo tempo ti sta già scivolando tra le dita. Ti dà un senso di urgenza. Urgenza di fare tutto ciò che puoi. Di mettere a posto le cose. Mi chiedo che cosa si provi a essere spinti da una motivazione vera
A primo impatto un’opera buffa e frivola, a tratti sessualmente ammiccante, Nella vita dei burattini (Mondadori) nasconde domande filosofiche ed esistenziali profonde espresse in modo originale tramite la metafora del metallo vivente, nella concezione più umana del termine; sicuramente è anche una critica alla natura umana, non solo quella ricalcata nell’opera. La barriera che separa l'emotività dei robot da quella degli umani viene abbattuta quasi immediatamente grazie alla figura di Giovanni e fa chiedere al lettore:
Che cosa significa essere robot e umani in questo mondo?
Altro tema fondamentale è quello della redenzione. Tramite Victor, le sue azioni, la sua evoluzione, si può aggiungere un pezzo al puzzle e trovare una risposta che non è però univoca, ma diversa per ogni lettore. A tratti sembra un appello a noi umani, che le macchine stiamo imparando a conoscerle da poco, a riflettere sui propri impulsi e istinti perché per quanto questa storia sia avvincente e originale e il mondo affascinante, nessuno di noi gradirebbe l’eventualità che esso si compia.
Una lettura consigliata agli amanti della fantascienza e specialmente a chi ha a cuore tematiche LGBT.
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