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Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto di Matteo Fumagalli

Matteo Fumagalli ha tra i suoi meriti di booktuber – cioè di influencer che parla di libri su YouTube, e Fumagalli è uno dei più seguiti in assoluto in Italia – quello di unire cultura alta e bassa, di affrontare volumi interessanti e orrendi con lo stesso spirito di un novello Indiana Jones. Una delle sue rubriche più seguite, infatti, si chiama proprio “#LibriTRASH”: dalle poesie di Flavia Vento fino alla serie Love di L.A. Casey, Matteo Fumagalli non ha paura di parlare di quei libri che, a suo parere, “ti fanno vergognare di esistere” (così, del resto, si chiama la sua pagina Facebook).

Ad ogni modo, non ritiene la parola “trash” un valore necessariamente negativo, perché tutti siamo un po’ trash e tendiamo ad amare cose che altri possono ritenere ripugnanti: dal cinema ai libri, passando per la musica. Amare allo stesso tempo Britney Spears e Mozart, insomma, è possibile. Non c’è vergogna in questo e, anzi, il valore oggettivo dovrebbe essere sempre separato dal gusto personale, dalla libertà di scelta del singolo individuo.

La sua esperienza e la sua visione del mondo trovano finalmente spazio, tra capitoli colloquiali e autobiografici e capitoli più saggistici, ma sempre pop, in Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto. Viaggio alla scoperta del cattivo gusto per imparare ad amarlo.

Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto. Viaggio alla scoperta del cattivo gusto per imparare ad amarlo

Matteo Fumagalli fa scoprire il lato oscuro del gusto e del bello nell'arte – dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione – senza dimenticare anche altri aspetti della vita quotidiana come le vacanze, il cibo, la moda.

È dove muore il confine tra il bello e il brutto che si insinua la libertà

Il libro di Matteo Fumagalli si inserisce nella tradizione di un saggio ormai classico sul tema, da lui amatissimo: Andy Warhol era un coatto. Vivere e capire il trash di Tommaso Labranca, studioso esperto di sottoculture.

Labranca creò persino la formula matematica del trash:

kS – R = T

Dove:

  • k è la costante (mancanza di mezzi adeguati, incapacità, errore d’intenzione, massimalismo, confusione, eccessivo ritardo storico e così via, viviamo in un mondo in cui la costante k è di varietà illimitata, ed è su di essa che si regge il concetto stesso di trash)
  • S è lo scopo
  • R è il risultato, quello che si ottiene
  • T è ovviamente il trash che ne scaturisce e ne consegue

In breve, il risultato trash è dato dal rapporto di: quanto l’autore ci credeva e qual è il risultato, invece, agli occhi del pubblico. Più alta è la differenza, più trash si ottiene.

Matteo Fumagalli non ha dubbi su questa definizione, e nel suo Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto parla esattamente di questo tipo di trash. Basta vedere gli elenchi che fa alla fine di ogni capitolo, in accurate bibliografie da lui compilate. I libri, film o consigli musicali che dà sono divisi in tre categorie: trash, kitsch e camp.

"Trash", cioè il brutto inconsapevole; "kitsch", l’arte del cattivo gusto; "camp", l’uso consapevole e deliberato del kitsch. Per citare tre esempi letterari di Fumagalli, rispettivamente: Sposerò Simon Le Bon di Clizia Gurrado (da cui fu tratto l'omonimo film), Colpa delle stelle di John Green, Glamorama di Bret Easton Ellis.

Persino i nomi dei capitoli sono frizzanti e ironici, parodie di classici letterari come “Orgoglio snob e pregiudizio del trash”, “Delitto letterario e castigo trash”, “Via col trash”.

Travolti dal trash nell'immenso mare del brutto è un inno a non prendersi troppo sul serio, al coraggio di gridare che si ama quel che si ama, alla libertà di scelta del lettore. Perché “il mondo letterario non dev’essere solo cosa da salotto. La letteratura può essere spettacolo. La letteratura può, e deve, essere sexy”.

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