Si fa presto a dire uva. Come se ne esistesse un tipo soltanto, buona per tutte le stagioni e per tutti gli usi. Errore madornale. L’uva è una e mille, pur se divisa in due categorie filosofiche (da vino o da tavola, bianca o nera), prima che di prodotto.
Si fa presto a dire uva. Come dar torto alla giornalista Licia Granello? Con uva ci riferiamo alla Vitis vinifera, da cui derivano tutti i molteplici vitigni coltivati per la produzione di uva da tavola e da vino. L’uva, di origine eurasiatica, è diffusa in molti paesi del globo, ma metà della produzione mondiale è in Europa, soprattutto in Italia, Francia, Spagna: il nostro Paese detiene il primato mondiale della produzione di uva da tavola. In base al colore si identificano appunto uve bianche, nere o rosate e in base all’impiego uve da tavola, dalla buccia sottile e dalla polpa soda, uve da vino o uve da essiccare.
Madre e figlia amavano la vigna dell’Angelo, quella dello Chardonnay, perché sostenevano che lì, più intensamente che nelle altre, si sentiva il profumo della terra, delle viti, dell’uva.
Grazie ai flavoni presenti, l’uva bianca ha un colore dorato, mentre l’uva nera è scura perché nella sua composizione chimica rientra una classe di pigmenti particolari, le antocianidine.
Ricca di fibra, di acqua, di vitamine e sali minerali (potassio in primis), l’uva rinforza le difese dell’organismo e agisce come un vero e proprio ricostituente. Ha un effetto drenante e antiossidante (in particolare l’uva nera) ed è un potente disintossicante. In più stimola le funzioni della bile e del fegato ed è uno dei pochi frutti in grado di favorire l’assimilazione del calcio. Inoltre, rende più fluido il sangue e lo difende da batteri e funghi, svolge un’azione antinfiammatoria delle cellule e stimola la produzione di collagene, che mantiene elastica e giovane la pelle: questa proprietà fu scoperta moltissimo tempo fa anche dalle nostre antenate, che usavano lavarsi il viso proprio con il succo d’uva. Inoltre, ha proprietà rilassanti, combatte i crampi muscolari e fornisce delle cariche di energia molto utili a chi fa sport.
Un frutto dalle mille qualità, non c’è che dire, amato fin dai tempi di Noè, che dopo il Diluvio Universale si prese la prima sbronza della storia: da allora la vite, l’uva e il vino hanno goduto di una considerazione sempre maggiore, celebrati nell’arte e nella letteratura. Cesare Pavese, per esempio, in La luna e i falò ci ricorda che quelli della raccolta dell’uva e della vendemmia “sono i giorni più belli dell’anno. Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo non fa più, freddo non ancora; c’è qualche nuvola chiara, si mangia il coniglio con la polenta e si va per funghi”. Le gioie dell’autunno in poche righe…
Per chiudere, doveroso menzionare una delle favole più famose del mondo, “La volpe e l’uva” di Esopo, che ha dato origine al diffusissimo modo di dire “fare come la volpe con l’uva”, detto di chi desidera raggiungere qualcosa di importante ma, non riuscendoci per impotenza o incapacità, nasconde il disappunto mostrando disprezzo.
“Una volpe affamata, vedendo dei grappoli che pendevano da una vite, fu presa dal desiderio di raggiungerli ma non ci riuscì. Allora, allontanandosene, disse tra sé: “Sono ancora acerbi”. Così anche tra gli uomini, alcuni, quando non riescono a raggiungere per la loro incapacità un obiettivo, danno la colpa alle circostanze”.
Questo è quel pergolato
e questa è quell’uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno
un poco si avvicina
il dolce frutto;
l’allenamento è tutto.
L’uva è un potente e valido aiuto per il nostro benessere. Contro la pelle secca, prendete un grappolo d’uva matura, staccate i chicchi, lavateli con cura, schiacciateli in modo da far uscire la polpa e applicatela sul viso. Dopo 20 minuti eliminatela e sciacquate il viso con acqua tiepida. Potete anche preparare una maschera mescolando due cucchiai di succo di uva con 2 cucchiai di olio di mandorle e uno di farina di riso, applicate sul viso e lasciate agire un quarto d’ora prima di eliminarla con acqua tiepida.
Quando la pelle necessità di idratazione, invece, passate sul viso un acino d’uva tagliato a metà. Poi sciacquatevi il viso con acqua tiepida.
Per rivitalizzare i capelli, frullate un grappolo di uva e applicatelo sui capelli e sul cuoio capelluto. Massaggiate delicatamente per far penetrare il più possibile il succo e lasciate in posa per circa mezz’ora, coprendo i capelli con una cuffietta di plastica. Trascorso il tempo, sciacquate con cura e procedete con lo shampoo come d’abitudine.
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