Certe mattine, prendendo un caffè sulle bellissime passeggiate di Odessa, Nello Scavo si lascia tentare dall'idea che quella condotta dal popolo ucraino in questi mesi sia in fondo una vita normale.
Il sole che barbaglia sulle cupole d'oro delle chiese, l'acqua dappertutto, a sancire un patto antico fra gli uomini e il mare, i tigli e le betulle che stormiscono come hanno sempre fatto.
Ma sotto l'ostinazione della vita che continua, nulla è come prima.
Nulla somiglia davvero a quel che era prima del 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Federazione Russa ha lanciato la sua scellerata invasione di questo paese, aprendo una crepa profondissima fra sé e il resto del mondo; una crepa il cui disegno muta linee e confini ogni giorno, sollevando paure e interrogativi, e costringendo l'Europa a rileggere la propria storia recente.
Il diario personale di un conflitto nel cuore dell'Europa, scritto sul campo da un giornalista chiaro nello spiegare le ragioni di quanti la guerra la decidono, ma soprattutto capace di dare voce a coloro che questa tragedia sono costretti a subirla.
Quel giorno, il 24 febbraio dell'anno scorso, Scavo si trovava a Kiev.
La certezza che qualcosa di grosso sarebbe successo, lui e i suoi colleghi l'ebbero quando il presidente Putin pronunciò il suo discorso sul riconoscimento dell'autonomia di Donetsk e Luhansk, due regioni del Donbass, l'estrema propaggine orientale dell'Ucraina nella quale dal 2014 sono in corso scontri fra le fazioni filorusse e l'esercito ucraino.
La mattina del 24 febbraio. Nello Scavo fu svegliato dalla prima, enorme esplosione.
A cosa somiglia il rumore della vita che cambia?
Per noi giornalisti la paura è fondamentale, perché ci aiuta a sopravvivere e a capire che per raccontare le cose devi percepire la preoccupazione, senza fartene vincere
Nel libro di Scavo, questo interrogativo trova moltissime risposte e viene moltiplicato per il numero di voci che l'autore ha raccolto.
Ecco perché, nel giorno in cui ricorre un anno dall'inizio della invasione russa, abbiamo individuato in lui la persona più giusta per farci capire da vicino cosa significhi, oggi, essere nell'occhio del ciclone.
A Odessa, a Kiev, a Kharkiv: ovunque la guerra stia compiendo la sua opera terribile, a spese - come sempre avviene - dei più deboli e degli indifesi.
Venite a sentire la testimonianza di Scavo nella nostra videointervista. Vi aiuterà a guardare alla guerra con occhi diversi, più consapevoli.
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