C'è un canzone di Ligabue che recita:"...la vita è sempre forte, molto più che facile" e spesso in libreria succedono cose che confermano questa sensazione.
Siamo nei giorni precedenti al Natale, cioè il clou dell'anno dal punto di vista delle affluenze e delle vendite, quindi con noi librai un po' stressati e sotto pressione e i clienti affamati di regali e pacchetti. Mentre sto finendo di consigliare un libro ad un cliente, sento una signora esclamare rivolta al proprio figlio:" Ecco in questa grandissima libreria ti pare che non c'è quello che cerchi". Per esperienza questo genere di affermazioni si rivelano spesso come anticipazioni di situazioni complesse da gestire, e infatti non mi sbagliavo. Davanti a me si presenta un ragazzino di circa 10 anni, uno come tanti, solo che lui aveva il classico bastone da orientamento per le persone non vedenti.
Per comodità lo chiamerò Filippo, e da subito ho avuto l'impressione di un ragazzo molto sensibile e timido, infatti è la madre a specificare la sua richiesta: "Mio figlio sta cercando I libri adatti a lui, che cosa potrebbe esserci?"
Ecco qua, come previsto prima, quel senso di difficoltà mi assale e per nessun motivo al mondo vorrei deludere Filippo, ma i libri con una scrittura in braille purtroppo non ce li abbiamo. Provo a spiegare a entrambi questa situazione quando noto che il ragazzo si è voltato rispetto a me e rimane attaccato alla mano della mamma, ma sta iniziando a piangere.
Mi si ferma il cuore, è una situazione che non posso accettare! Filippo non è solo deluso del fatto che la sua richiesta cada nel vuoto, è umanamente ferito perché la sua problematica lo emargina dal resto del mondo, rispetto alla sua grande passione di leggere e apprendere come le altre persone!
Quasi con le lacrime agli occhi e con il cuore in tumulto penso che Filippo dalla mia libreria non può uscirne senza un altro tipo di risposta. Allora mi rivolgo a lui cercando di tranquillizzarlo e gli dico "andiamo al settore ragazzi, così proviamo a cercare qualcosa che ti piaccia". Nel tragitto fino alla sala gli chiedo quali sono i suoi libri preferiti, e lui mi risponde quelli sugli animali o la natura. Trovo la mia collega Fabiola che capisce subito la situazione e si relaziona con Filippo subito con grande attenzione. Non è certo in discussione la possibilità di vendergli un libro, qui c'è qualcosa di più importante in ballo: non deludere la sua emozione di entrare in libreria per soddisfare un suo desiderio.
La nostra "missione" è questa, ascoltare le emozioni dei clienti, poi è chiaro che l'aspetto commerciale risulti importante, ma in questo caso non era fondamentale. Filippo lo lascio con la mia bravissima collega e sua madre e sfoggia un sorriso soddisfatto mentre ascolta le nostre proposte e suggerimenti. Sicuramente non sono quello che cercava, ma è felice che ci sia qualcosa su cui fantasticare! E di questo sono molto contento e rasserenato.
Perché in una libreria nessuno deve sentirsi solo e, soprattutto, deve sempre esserci una scintilla che alimenti desideri e curiosità!
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