Quello che i librai non dicono

In libreria non ci si deve sentire mai soli

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

C'è un canzone di Ligabue che recita:"...la vita è sempre forte, molto più che facile" e spesso in libreria succedono cose che confermano questa sensazione.

Siamo nei giorni precedenti al Natale, cioè il clou dell'anno dal punto di vista delle affluenze e delle vendite, quindi con noi librai un po' stressati e sotto pressione e i clienti affamati di regali e pacchetti. Mentre sto finendo di consigliare un libro ad un cliente, sento una signora esclamare rivolta al proprio figlio:" Ecco in questa grandissima libreria ti pare che non c'è quello che cerchi". Per esperienza questo genere di affermazioni si rivelano spesso come anticipazioni di situazioni complesse da gestire, e infatti non mi sbagliavo. Davanti a me si presenta un ragazzino di circa 10 anni, uno come tanti, solo che lui aveva il classico bastone da orientamento per le persone non vedenti

Per comodità lo chiamerò Filippo, e da subito ho avuto l'impressione di un ragazzo molto sensibile e timido, infatti è la madre a specificare la sua richiesta: "Mio figlio sta cercando I libri adatti a lui, che cosa potrebbe esserci?"

Ecco qua, come previsto prima, quel senso di difficoltà mi assale e per nessun motivo al mondo vorrei deludere Filippo, ma i libri con una scrittura in braille purtroppo non ce li abbiamo. Provo a spiegare a entrambi questa situazione quando noto che il ragazzo si è voltato rispetto a me e rimane attaccato alla mano della mamma, ma sta iniziando a piangere.

Mi si ferma il cuore, è una situazione che non posso accettare! Filippo non è solo deluso del fatto che la sua richiesta cada nel vuoto, è umanamente ferito perché la sua problematica lo emargina dal resto del mondo, rispetto alla sua grande passione di leggere e apprendere come le altre persone!

Quasi con le lacrime agli occhi e con il cuore in tumulto penso che Filippo dalla mia libreria non può uscirne senza un altro tipo di risposta. Allora mi rivolgo a lui cercando di tranquillizzarlo e gli dico "andiamo al settore ragazzi, così proviamo a cercare qualcosa che ti piaccia". Nel tragitto fino alla sala gli chiedo quali sono i suoi libri preferiti, e lui mi risponde quelli sugli animali o la natura. Trovo la mia collega Fabiola che capisce subito la situazione e si relaziona con Filippo subito con grande attenzione. Non è certo in discussione la possibilità di vendergli un libro, qui c'è qualcosa di più importante in ballo: non deludere la sua emozione di entrare in libreria per soddisfare un suo desiderio.

La nostra "missione" è questa, ascoltare le emozioni dei clienti, poi è chiaro che l'aspetto commerciale risulti importante, ma in questo caso non era fondamentale. Filippo lo lascio con la mia bravissima collega e sua madre e sfoggia un sorriso soddisfatto mentre ascolta le nostre proposte e suggerimenti. Sicuramente non sono quello che cercava, ma è felice che ci sia qualcosa su cui fantasticare! E di questo sono molto contento e rasserenato.  

Perché in una libreria nessuno deve sentirsi solo e, soprattutto, deve sempre esserci una scintilla che alimenti desideri e curiosità! 

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