Nel 1923 non era a Milano, ma a Monza, in quella splendida cornice della Villa Reale. Il 19 maggio si inaugurava la Biennale delle arti decorative, la prima edizione della poi detta Esposizione Internazionale. La cadenza triennale, poi, e il trasferimento a Milano, in un altro luogo eccezionale, il Palazzo dell’Arte costruito da Giovanni Muzio, fanno il resto: nasce Triennale Milano e da allora, in cento anni, non ha smesso di stupire, creare, interpretare.
Un centenario cominciato a gennaio, ma che a maggio trova il suo cuore, con eventi performativi e installazioni che continuano a interrogare, con le parole del presidente Stefano Boeri, «i grandi cambiamenti socioculturali», anticipando progettualità e tendenze. Prima di tutto, Triennale Milano «è stata un forum in cui le idee visionarie di designer, architetti, artisti, pensatori di tutto il mondo hanno trovato uno spazio di confronto aperto e libero».
Confronto che riparte il 2 maggio con l’installazione performativa di Romeo Castellucci Senza Titolo. Un progetto pensato dal Grand Invité per il quadriennio 2021-2024 appositamente per il centenario, che vedrà lo spazio del Salone d’Onore trasformato in un immenso limbo immacolato, dimora per i performer e per il loro gesto reiterato, come un rito primordiale che parte dai corpi per diventare danza e infine ancestrale preghiera.
L’11 maggio è in programma la festa Triennale 100 Sweet Years, aperta a tutta la città, che inaugura la programmazione di Triennale Estate, manifestazione che da maggio a settembre fa vivere il Giardino di Triennale con talk, concerti, performance e che quest’anno giunge alla sua quarta edizione.
Il 12 maggio, invece, apre al pubblico la mostra Home Sweet Home, a cura di Nina Bassoli, un’esposizione che indaga le trasformazioni della casa e l'evoluzione dell'idea di abitare attraverso i lavori dedicati a questo tema in un secolo di mostre ed Esposizioni Internazionali di Triennale. I temi dei progetti espositivi del passato vengono riletti in una prospettiva contemporanea, rivoluzionando le contrapposizioni tra casa e lavoro, maschile e femminile, produzione e riproduzione, spazio pubblico e spazio privato.
Il 19 maggio, infine, si torna alla Villa Reale di Monza dove si terrà il convegno sulla nascita dell’ISIA – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, avvenuta proprio durante la prima edizione della Biennale delle arti decorative. Un appuntamento che nasce dal dialogo e la collaborazione con il Consorzio della Villa Reale di Monza.
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