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Carbonara Day 2023

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023, diplomata al Liceo artistico Volta di Pavia

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Io non lo so se esiste la felicità. So però che esiste la carbonara

Fabrizio Caramagna

Che vita sarebbe senza carbonara?

Se lo saranno chiesti anche l'Unione Italiana Food e l'International Pasta Organisation, quando nel 2015 scelsero il 6 aprile come data del Carbonara Day: giornata ufficiale dedicata ad uno dei piatti più conosciuti e amati al mondo.

Una festa che ormai potremmo definire social, poiché questo patrimonio culinario tradizionale e italiano viene condiviso ogni 6 aprile su Facebook, Instagram e Twitter con l'hashtag #CarbonaraDay, #Carbonara o #MyCarbonara.
Un invito collettivo a prepararla, mangiarla, gustarla con amici, partner, famiglia e chiunque desideriamo. Perché per molti, la carbonara è una questione di cuore, di sentimento, che va ben oltre la concezione di semplice portata o primo piatto.

E di cuore, a Roma - catalogata come città della carbonara per eccellenza -, per l'edizione 2023 ce ne sarà tanto: l'Associazione degli Osti di Roma "Ostissimi" e l'azienda britannica di stoviglie Churchill 1795 hanno infatti unito le forze per rendere questo piatto non solo delizioso ma anche benefico.
Il 6 aprile, la metà del ricavato della vendita delle carbonare andrà a favore del Centro Cure palliative pediatriche dell’Ospedale Bambino Gesù. Una meravigliosa iniziativa che richiederà soltanto di recarsi presso uno dei ristoranti degli Ostissimi per pranzo o cena ed ordinare un fumante piatto di carbonara.

Piatto la cui storia, se non lo sapete, ha delle origini un po' nebbiose.
Diverse le ipotesi che ruotano attorno alla sua nascita: alcuni dicono che sia nata nel 1944 dal kit di sopravvivenza alimentare che i soldati americani avevano con sé. Chiamato "Razione K", consisteva in tuorli d'uovo in polvere e bacon, ai quali integrarono l'italianissima pasta, di modo da avere una dose di carboidrati. 
Altri sostengono che siano stati i carbonai appenninici a preparare per primi il piatto con ingredienti per loro facilmente reperibili e derivanti dalla pasta "cacio e ova".
Una terza opzione, invece, la classificherebbe come ricetta napoletana proveniente dalla Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti, trattato scritto nel lontano 1837.

Che sia vera una di queste o nessuna, poco importa, perché - cuochi provetti o semplicemente amanti della buona cucina - la regola è ferrea e rimane sempre una sola: non sbagliate gli ingredienti!
Quindi NO a pancetta, prosciutto, panna (qualche nonna romana si starà stringendo il petto solo a sentirne parlare), parmigiano e tantomeno agli albumi d'uovo (anche se alcune ricette ne ammettono uno solo).

Per la ricetta classica, il tipo di pasta favorito sono gli spaghetti, sui quali far scivolare le uova e il pepe. Nessuno si offenderà se userete i rigatoni, dove i buchi ricolmi di deliziosa carbocrema riserveranno forchettate goduriose

Il guanciale è il must di questo piatto: che lo tagliate a cubetti o a listarelle, l'importante è che rosoli in padella senza oli né burri vari, finché non diventa croccante. Le uova vanno separate dall'albume (col quale potrete farci una bella frittata successivamente), e sbattute con il pecorino romano aggiunto a poco a poco, spolverando il tutto con del pepe nero

Parallelamente avrete cotto la vostra pasta che, scolata al dente, verrà aggiunta alla padella del guanciale. Da lì, una volta spostato tutto nella bacinella con le uova e il pecorino, si amalgama il piatto con l'aggiunta di acqua di cottura se necessario.

A incoronare il tutto, un buon vino d'accompagnamento è d'obbligo. Bianco o rosso, l'importante è che sia poco acido e alleggerisca il salato tipico del piatto: sì a Chardonnay, Malvasia, Merlot e Sangiovese.

Et voilà! Non avete già l'acquolina in bocca?

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