«Sei Daria. Sei D’aria. L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile. Nel tuo nome un destino che non ti fa creatura terrena, perché mai hai conosciuto la forza di gravità che ti chiama alla terra. Gravità che ogni nato conosce non appena viene al mondo. Gravità, che il danzatore trasforma in arte quando dalla terra spicca il volo e quando alla terra torna, per cadere e di nuovo rialzarsi. Tu non sai lo splendore quotidiano dello stare in piedi, la “piccola danza” che muove ognuno nell’apparente immobilità del corpo verticale. Né immagini il mistero del peso che si trasferisce da una gamba all’altra e origina il passo».
È l’incipit intenso del primo capitolo dal titolo Gravità del romanzo Come D’Aria di Ada d’Adamo, la scrittrice scomparsa lo scorso primo aprile pochi giorni dopo la candidatura al Premio Strega 2023.
«Come d’aria è un libro che fruga dentro il cuore del lettore. Serviva la lingua esatta e implacabile di questa scrittrice per riuscire a sostenere un sentimento tanto feroce. C’è tutta la rabbia e tutto l’amore del mondo nel racconto di questa danza che lega due donne. Avvinghiate l’una all’altra, in una assoluta e reciproca dipendenza.»
A riempire l’enorme vuoto e l’emozione lasciati dall’autrice sarà la lettura integrale delle pagine di Come D’Aria (Elliot Edizioni, 2023), che diventerà protagonista del palcoscenico del Teatro Argentina nella serata di lunedì 8 maggio, alle ore 19, dedicata proprio alla scrittrice.
Una partecipazione corale di tanti artisti, scrittori, scrittrici, attori, attrici, giornalisti, registi, amici della scrittrice che si alterneranno in una armonica lettura collettiva delle sue pagine «per celebrare la vita e la grazia di questo animo prezioso e dalla sapienza letteraria».
Testimonianze della passione di Ada e del suo lavoro nel mondo dell’arte, legata a quello della danza come ballerina, «la sua passione assunse successivamente le forme della ricerca e della divulgazione, collaborando tra gli altri con il Teatro di Roma negli anni di direzione di Mario Martone, fino a riversare nella scrittura la danza di queste due vite difficili, ma in equilibrio tra gravità e leggerezza».
La serata a cura di Alfredo Favi e Pav con Daria Deflorian, scelta come custode del suo scritto, Chiara Bersani, a cui sono dedicate profonde riflessioni sul corpo e la disabilità, che leggeranno insieme a Fabrizio Arcuri e Cecilia Fassina.
Una moltitudine di voci diverse dunque amplificheranno il dolore, la rabbia, la frustrazione, ma anche le gioie inaspettate e i momenti di immensa tenerezza che scaturiscono dal racconto-diario che Ada d’Adamo decide di scrivere quando scopre di essere ammalata a 50 anni. Questa scoperta dolorosa diventa l’occasione per rivolgersi direttamente alla figlia Daria, oggi diciasettenne, il cui destino è segnato da una mancata diagnosi e così intreccia la sua storia a quella della figlia facendola diventare un corpo unico.
C’è tutta l’amore per la bambina, nata con una grave malformazione, ma c’è anche la fatica, il dolore, la freddezza degli sguardi, la solitudine descritte con un senso pieno delle parole dove non c’è retorica ma solo realtà vissuta.
Dal capitolo 19:
Avere un figlio invalido significa essere soli. Irrimediabilmente, definitivamente soli…
Diventa scrittura tagliente quando rivendica la scelta di abortire. Dal capitolo 8:
L’aborto è una scelta dolorosa per chi la compie, ma è una scelta e va garantita. Anche se mi ha stravolto la vita, io adoro la mia meravigliosa figlia imperfetta. Ma se avessi potuto scegliere, quel giorno, avrei scelto l’aborto terapeutico
Quando racconta le battaglie affrontate per l’inclusione scolastica, o per l’enorme carico quotidiano passato tra visite mediche e fisioterapia. Quella di Ada è una scrittura forte, straziante e nel contempo intrisa di tanto amore e di vita.
E rispecchia in pieno ciò che scrive Elena Stancanelli sulla Stampa, riportata nella quarta di copertina del racconto:
Un libro magico… una gigantesca storia d’amore che sceglie di non fare mai i conti, addizioni e sottrazioni, quanto bene e quanto dolore. Ma non dimentica
Ed è un dono quello lasciato da Ada d’Adamo con la sua intimità, le sue profonde cicatrici, con la vulnerabilità di chi ha dovuto affrontare un percorso difficile e la sua storia attraversa le storie di ciascuno abitandola come non mai.
La pienezza intima e coraggiosa di questa scrittura si potrà ascoltare stasera al Teatro Argentina, alle 19, attraverso le voci di Anna, Basti, Annalena Benini, Adriana Borriello, Alessandra Cristiani, Francesca Cutolo, Concita De Gregorio, Andrea De Rosa, Ippolita Di Maio, Simona DiMatteo, Mattia Feltri, Chiara Gamberale, Roberto Gandini, Lisa Ginzburg, Emio Greco, Canio Loguercio, Mario Martone, Anna Mittone, Chiara Ossicini, Tiziana Panella, Valeria Parrella, Lorenzo Pavolini, Francesca Pennini, Francesco Piccolo, Silvia Rampelli, Davide Orecchio, Teresa Saponangelo, Alessandro Sciarroni, Attilio Scarpellini, Virgilio Sieni, Carolina Susani, Elena Stancanelli, Emanuele Trevi, Elisabetta Valgoi.
E con i compagni di classe di Daria: Caterina Alagia, Luca Muzzi, Alessandro Paradiso, Eduardo Spina.
La serata è realizzata con la collaborazione di Pasquale Mari, Cristian Zucaro, Lorenzo Letizia, e con il Teatro di Roma - Teatro Nazionale e Elliot Edizioni. L’ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
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