Il 22 maggio del 2013, dieci anni fa, don Andrea Gallo muore nella sua Genova.
Don Gallo ha occupato i miei pensieri per molto tempo, nel corso dell'ultimo anno, mentre ero impegnato nella realizzazione del libro a fumetti Allargo le braccia e i muri cadono. Don Gallo e i suoi ragazzi. L'idea del libro nasce da un'amicizia ritrovata. Ero a Genova, nel 2021, durante le celebrazioni del ventennale dai giorni della contestazione al G8, invitato tra gli autori dell'antologia Nessun Rimorso (AA. VV., Coconino Press, 2021), a cura di Supporto Legale. In quei giorni rivedo dopo un sacco di tempo Megu, il compagno di Milena – con lei ci ho lavorato un sacco di anni a Radio Sherwood, prima che si trasferisse a Genova – che in un qualche modo “si occupa di me”, mi fa conoscere il ristorante 'A Lanterna di don Gallo, mi mostra e racconta le attività della Comunità San Benedetto al Porto e dei posti in cui sono invitato a parlare.
Megu è stato per più di dieci anni al fianco di don Gallo: autista, addetto stampa, portavoce, segretario tuttofare, e da questo ha senz'altro ereditato una gentilezza formidabile. Era impossibile vedere don Gallo senza Megu al suo fianco, basta una rapida ricerca con Google Immagini per rendersene conto.
Ammetto che come tanti anche io, dopo la morte di don Gallo, non mi ero molto preoccupato dello stato di salute di quel che ci aveva lasciato. Incontrare Megu e Milena a Genova mi ha permesso di conoscere una realtà viva, sfaccettata, intrinsecamente connessa alla vita della sua città, quella della Comunità fondata da don Gallo agli albori degli anni '70 che oggi raccoglie un insieme di progetti diversi, dal mercato sociale al ristorante, dalla comunità residenziale alla lotta contro la tratta, espandendosi fino a Santo Domingo.
Con Megu e Milena, pranzando al tavolo della Lanterna, nasce l'idea di, in vista del decennale dalla sua scomparsa, realizzare un libro a fumetti su don Gallo. È un'idea come ne vengono mille, non potete pensare quante ne vengono proposte continuamente a ogni autore di fumetti, chiunque ha sempre un'idea per me. Ma questa, tra le mille, comincia a sedimentarsi. Intanto per le persone con cui è nata: probabilmente mi sarà pure capitato, che qualcuno al bar un giorno mi abbia chiesto “ma perché non fai un libro su don Gallo?” e io abbia riposto l'idea nel cassetto delle idee da bar per non tirarla mai più fuori, ma capirete che se a dirtelo è la persona che ha affiancato don Gallo per gli ultimi lustri della sua vita ha un peso un po' diverso. Poi per rispetto. Io ho cominciato a conoscere la figura di questo prete di strada attorno ai tempi del G8, e da là in poi me lo sono sempre ritrovato dove stavo io. Su un binario a fermare un treno carico d'armi, sul camioncino di un corteo antiproibizionista, dietro lo striscione di una nuova occupazione o al centro sociale.
Ricordo che, quando è morto, ho smesso di leggere per anni un rinomato quotidiano online solo perché non ne aveva riportato la notizia, l'avevo presa come una bassa provocazione. Certo ero già amico di Megu e di Milena e senz'altro empatizzavo sapendo quello che stavano soffrendo loro ma ecco, appena scomparso questo prete è venuto a mancare anche a me.
Come ci racconta Heidi Giuliani all'inizio del libro, è letteralmente venuta a mancare una voce. Poi, circa un anno dopo, si è verificata la condizione astrale per cui lo potessi davvero fare questo libro, e mi sono messo immediatamente al lavoro andando a Genova e Alessandria, questa volta con l'esclusivo scopo di documentarmi. Megu e Milena, come al solito, mi hanno fatto da guida nel mio viaggio, e ho conosciuto Fabio, Graziella, Federico, Lilli e le davvero tante persone che potete incontrare tra le pagine che ho disegnato.
Un libro sulla vita di don Gallo, sì, ma a partire dalla considerazione che la vita non si conclude con l'ultimo sospiro ma comprende quello che abbiamo lasciato a chi viene dopo di noi, per raccontare il Gallo ho scelto la voce corale di chi lo ha conosciuto, dei tanti diversi che come me portano rispetto a una figura che nella vita ha sempre saputo unire piuttosto che dividere.
C'è l'Andrea Gallo cittadino, il don Gallo prete e il Gallo fondatore della Comunità San Benedetto al Porto. Penso a una frase del mio amico Zerocalcare, che dice sempre: “Fuori dalla collettività c'è solo la mitomania”, e guardandomi indietro, perseguitato dalla stessa ossessione, mi rassicuro. Ho fatto un libro a partire da un'amicizia e mi sono messo al servizio di una grande, attuale, storia collettiva. Di una comunità, dei ragazzi di don Gallo. Parlando con ognuno di loro, oggi, sembra quasi di sentire ancora l'odore del sigaro.
Di
| Feltrinelli, 2023Di
| Edizioni Il Punto d'Incontro, 2021Di
| PaperFIRST, 2017Di
| Guanda, 2014Di
| Mondadori, 2011Ti potrebbero interessare
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