Diario di bordo

Tanti auguri 2021 (e qualche augurio per il 2022)!

Venerdì 24 Dicembre

Siccome questo post resta su Maremosso fino al 2 gennaio 2022, metto insieme un po’ di ricordi e di auguri
Vorrei ringraziare, anticipatamente, il dottor Omicron, pregandolo di essere gentile. Anche perché, se non lo fosse, il nostro modo di vivere insieme finirebbe. E vorrei ringraziare quei due scienziati tedesco-turchi (ovvero figli di immigrati) che fecero la rivoluzione, che sarà ricordata a lungo, del vaccino costruito sul trasporto di RNA. Ci ha salvati.

Vorrei ringraziare l’attivista Carola Rackete (finalmente prosciolta) per aver salvato coraggiosamente una nave carica di immigrati ai quali il ministro Salvini aveva vietato di entrare in porto.
E qui mi corre l’obbligo di ringraziare il dottor Covid stesso, per essersi manifestato giusto dopo che Salvini se n’era andato. Perché se no, sarebbe stato peggio per tutti noi.

Ringrazio Gino Strada per quello che ha fatto. Ma, purtroppo, penso che ce lo dimenticheremo, come ci dimenticheremo presto dell’Afghanistan, dopo il disastro che abbiamo combinato – che Gino ci ricordava ogni giorno. Un disastro troppo grande, davvero meglio dimenticarlo; meglio non ragionarci sopra troppo.

Grazie a Marcell Jacobs, per quei cento metri, e per come ha preso il testimone nella staffetta. A Gianmarco Tamberi, per aver detto al suo competitor qatariota Mutaz Essa Barshim Gior “facciamo a mezzo?”. Ai paralimpici, a Mancini (e a Vialli), anche ai Ferragnez. Confesso che i Måneskin, invece, mi lasciano piuttosto freddo. Mentre, se volete passare ore e ore di televisione immersi nella musica e nella creatività, guardatevi The Beatles: get back su Disney Plus. (Trucchetto: c’è un trial gratuito, che dura una settimana).

E Draghi, naturalmente. Avercene. E Francesco, naturalmente.

Grazie al giovane Gabriel Boric, laggiù in quella “fin del mundo” che si chiama Cile e che, ai vecchi, dà ancora i brividi.

Grazie a Greta, perché se vince lei, vinciamo tutti. E vincerà lei.
Il cambiamento climatico, quando sarà cataclisma improvviso, è un po’ come l’eruzione del Vesuvio, tutti sanno che prima o poi arriverà e che ci troverà impreparati.
Tanti anni fa, per giornalismo, mi arrampicai lungo il Vesuvio, in cui le costruzioni abusive arrivano quasi al cratere. Intervistavo le persone: “Secondo voi, il Vesuvio spara?”; una donna mi rispose sicura: “no”. Io domandai alla signora "Come fa ad esserne così sicura?". Risposta: “Perché se spara ci accide a tutti”.
Ecco, Greta secondo me è stata una specie di profeta. Certo, un po’ dispiace per il capitalismo, il motore a scoppio, i centri siderurgici, l’oro nero regalo di Allah, le grandi portaerei che consumano in un’ora più petrolio di una nazione… ma per fortuna Greta ha aperto gli occhi. E mezzo pianeta cresce con lei.

Grazie alla libera stampa, sempre più il sale della terra.
In molti la vogliono uccidere, ma ha segnato molti punti, quest’anno. È chiamata a lottare parecchio, nel 2022.
Dicono in molti che nel 2022 sono in gioco, nel mondo, le sorti della democrazia, ovvero di quel «governo del popolo, dal popolo, per il popolo” che secondo Abraham Lincoln, durante la guerra civile americana, se avessero vinto gli schiavisti, rischiava di “essere distrutto dalla terra”.
Vinse Lincoln, ma una vittoria non è mai per sempre, come il colpo di stato di Trump del 6 gennaio 2021 è lì a dimostrare.
Era un colpo di coda, o era una partita di allenamento, la “marcia su Washington” dei fascisti americani? Non si sa ancora
Venendo a noi. Cento anni fa, nel 1922, con la “marcia su Roma” dei fascisti italiani, la democrazia in Italia finì. E la cosa durò per vent’anni.
Come celebreremo il centenario, nel fatidico 2022? Le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica hanno molto a che fare, secondo me, con quella data.

 

 

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