Diario di bordo

Il Cile va a votare… Seguite la diretta di un ragazzo di cinquant’anni fa

Lunedì 13 Dicembre

Mi porto un po’ avanti, ma secondo me ne vale la pena.
Vi invito a seguire quello che sta avvenendo in Cile, dove domenica 19 avverrà il ballottaggio per le elezioni presidenziali. La temperatura politica è bollente, la posta in gioco altissima, il risultato è incerto. Si sfidano José Antonio Kast, 55 anni, estrema destra, paragonato a Trump e Bolsonaro, nostalgico di Pinochet e soprattutto del liberismo (fu inventato lì, dopo il colpo di Stato) e Gabriel Boric, 35 anni, già leader del movimento degli studenti che scosse il paese dieci anni fa, sostenuto da un “frente amplio” che comprende il tuttora forte partito comunista.
Nel suo programma: nazionalizzazioni, pensioni e difesa delle minoranze indios. Al primo turno Kast ha preso il 28, Boric il 26, ma i sondaggi ora attribuiscono a Boric uno stretto margine di vittoria. Due anni fa in Cile milioni di persone parteciparono a un violento movimento di protesta contro l’ingiustizia sociale, che ha radicalizzato le elezioni di oggi.

Noi italiani siamo legati al Cile dai tempi del colpo di stato dell’11 settembre 1973, quando per la prima volta nella storia un’aviazione golpista bombardò un palazzo presidenziale; il presidente Allende si suicidò, il generale Pinochet prese il potere, inaugurando il decennio del più feroce fascismo latinoamericano. L’Italia – dalla sua diplomazia al suo popolo - si schierò dalla parte degli sconfitti, accolse i rifugiati, raccolse soldi per la resistenza. Fu un momento alto dell’Italia (recentemente, Nanni Moretti ha dedicato un film a quegli eventi, “Santiago Italia”).

E vengo al mio consiglio: in questi giorni, per sapere come andrà, qual è il clima che si respira a Santiago, andate sulla pagina Facebook di Paolo Hutter, settantenne attivista politico che molti conoscono per le sue battaglie ecologiche e per i diritti LGBT. Quando aveva 21 anni, Paolo era in Cile come “giornalista dilettante” per il quotidiano Lotta Continua. Da lì mandò le più preveggenti testimonianze di quanto stava per succedere. Subito dopo il golpe fu arrestato e condotto nel famigerato Stadio Nacional, da dove venne liberato solo mesi dopo.
Ora è tornato a Santiago e trasmette cronache e filmati ogni giorno… Sperando che il 18 sia di nuovo il giorno del “pueblo unito jamas sera vencido”.

Grazie Paolo Hutter!

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