La Corea sta conquistando il mondo

Questa settimana Squid Games, ovvero “Il gioco del calamaro” secondo la traduzione italiana, che era già la serie di maggiore successo di tutti i tempi su Netflix, ha fatto incetta di Emmy a Hollywood, gli Oscar della televisione, vincendo 6 statuette su 14 nomination. Negli stessi giorni, la pop band NCT 127 (le tre lettere significano Neo-Cultural Technology, le tre cifre sono la longitudine di Seul) è balzata al terzo posto nella hit parade musicale negli Stati Uniti. E a fine mese al Victoria & Albert Museum di Londra si inaugura una mostra intitolata “Hallyu! The Korean Wave” che celebra l’avvento del cosiddetto “cool coreano”.

Sono soltanto tre esempi ma ce ne sono altri: Parasite, satira dark sulle diseguaglianze nella nuova Corea del Sud, che ha vinto l’Oscar per il miglior film nel 2020; Lee Sang-hyeok, meglio conosciuto come Faker, stella della sua squadra nella League of Legends, il campionato mondiale online di videogiochi, che ha rinunciato a un contratto da 20 milioni di euro l’anno offertogli da una squadra avversaria; e andando un po’ più indietro nel tempo “Gangnam Style”, la canzone del rapper Psy, diventata nel 2012 un tormentone planetario.

Proprio questo brano è considerato l’inizio del korean cool, il fenomeno che ha conquistato il mondo nell’ultimo decennio, tra cinema, tivù, musica, cibo, videogames e fashion: un soft power che ha accompagnato l’esportazione dell’hard power coreano di elettronica, come Samsung e Lg, e automobili, come Hyundai e Kia.

“Ben pochi paesi sono riusciti ad affascinare l’America con la loro cultura popolare”, scrive la giornalista coreana-americana Euny Hong in “The birth of Korean cool: how one country is conquering the world through pop culture”. E la Corea del Sud, è il caso di ricordarlo alla vigilia della Giornata Mondiale della Democrazia, è un paese democratico.