Col tempo è normale che si formi una corazza. Poi un giorno, nel corso di una banale indagine, vieni toccato da un dettaglio, e allora tutte le tue certezze si sgretolano
Guarda anche la nostra intervista con Ena Marchi, editor della narrativa francese per Adelphi, a proposito de Le sorelle Lacroix.
Sin dai primi fotogrammi, anzi, sin dal trailer possiamo dire, ci accorgiamo che questo Maigret è un po’ malinconico. Gérard Depardieu fissa la sagoma tracciata intorno a quello che doveva essere un cadavere con aria triste e stanca, come se fosse un detective prossimo alla pensione che lavora per inerzia. Ma non è così: a intristirlo è il caso cui si trova davanti, in cui la vittima è una ragazzina. Del resto, il libro da cui è tratto Maigret è, appunto, Maigret e la giovane morta, dove un ispettore già provato da un caso precedente complesso e faticoso, si ritrova davanti il corpo di una ragazza vestita da donna, ma con il viso da bambina. Intorno a lei, il mistero, che, però, sembra assumere toni più cupi rispetto al Maigret vivace e arguto cui siamo abituati.
Al di là della sinossi, siamo di fronte a un grande lavoro di Patrice Leconte, che prende il libro di Simenon, lo legge (con ogni evidenza) e poi lo mette da parte: la sua operazione non vuole essere una cieca fedeltà al romanzo. E se per molti sarà facile dire la celeberrima massima «era meglio il libro», questa volta ci troviamo di fronte a due opere diverse, in cui il trait d’union è Maigret e il caso su cui deve lavorare. Certo ritroviamo l’arguzia e l’umanità del personaggio letterario, ma smorzata sempre da qualcosa di incombente, e un ruolo talmente complesso non poteva che essere interpretato da un Gérard Depardieu magistrale. Come sua spalla in quest’indagine vediamo Jade Labeste nei panni di Betty, una giovane donna dalla fedina penale non proprio linda e che assomiglia curiosamente alla ragazza uccisa. Lei, per esempio, nel libro non c’è, e nel film crea un doppio di Maigret che mette in tensione tutta la vicenda.
E poi c’è Les volets verts, tratto dal romanzo Le persiane verdi, appunto, di cui si sa ancora poco qui da noi. Di certo c’è che di nuovo troveremo Gérard Depardieu, e che non seguirà le vicende di Maigret. Infatti il libro di Simenon non c’entra con la serie dedicata all’ispettore, ma anzi, qui la malinconia e l’infelicità sono i cardini dell’intera storia. In breve si racconta del crepuscolo della carriera di Emile Maugin, ex attore di grande successo ora solo, scorbutico e reso cinico dalla vita. A scandagliare l’animo umano del personaggio di Simenon c’è Jean Becker, che aveva già diretto Depardieu nel 2010 con La testa fra le nuvole.
Non ci resta, quindi, che aspettare che nelle sale italiane si palesi un nuovo Maigret e un inedito Maugin. L’uscita del film di Leconte è prevista per il 15 settembre, mentre per Les volets verts le date d’uscita non sono ancora state annunciate. Nell’attesa, però, c’è sempre il libro, anzi, i libri: meglio non arrivare impreparati.
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