Lunedì 8 luglio
Essendo ieri domenica, giorno di riposo, mi sono dedicato a stilare un breve calendario di quello che succederà in Occidente di qui a novembre.
Per l’imprevedibilità della guerra in Ucraina, per le piccole e ridicole convulsioni della politica italiana, per rispetto delle conseguenze della sbornia del partito conservatore inglese, mi sono dovuto fermare agli Stati Uniti dove, come sapete, il 5 novembre si vota per rinnovare Camera e Senato; in sostanza per decidere se Joe Biden dovrà abbandonare la scena con due anni d’anticipo.
La decisione della Corte Suprema che ha di fatto abrogato la legge federale approvata 50 anni fa per gli effetti della quale si autorizzava e facilitava l’aborto nel rispetto della privacy, è stato un avvenimento con pochi paragoni storici: forse vale quello di Napoleone che nel 1802 restaurò (per breve tempo) la schiavitù nei Caraibi, per fare un favore a sua moglie, originaria della Martinica.
La decisione “terribile e tragica” (Biden) dominerà la scena elettorale di qui a novembre.
I candidati repubblicani difenderanno la Corte, che peraltro hanno fortemente voluto; se otterranno Camera e Senato, la Corte si sentirà autorizzata a demolire il matrimonio gay, le timide riforme sul controllo delle armi, il diritto di voto dei neri. È possibile che questo avvenga? Che gli Stati Uniti si sveglino a novembre in un paese medievale, con una guerra civile di fatto?
I democratici hanno una strategia per impedire questa apocalisse? Sì e no.
Secondo i politologi il tema dell’aborto dominerà il voto di novembre e allontanerà una bella quota di voto femminile dai repubblicani.
I democratici – che sono in affanno sul carovita e sentono scricchiolii sull’economia – hanno una sola possibilità: portare il maggior numero di donne al voto.
Tenere altissima la pressione contro la Corte – Biden ieri ha invitato direttamente a protestare contro i Supremi - Se così succederà i Dem potranno (difficilmente) tenere la Camera, ma potrebbero (pare più agevolmente) migliorare al Senato dove adesso hanno una risicatissima ed inutile maggioranza. Con una maggioranza vera al Senato (basta conquistare due o tre Stati in bilico) si può eliminare l’ostruzionismo repubblicano, votare una legge che garantisce misure effettive per il diritto di voto delle minoranze, promuovere una legge che eleva il numero dei Supremi e quindi togliere la maggioranza alla destra…
Tutto è possibile, ad ottobre mancano ancora un po’ di mesi. Mesi in cui vedremo piazze piene e proteste di massa, secondo la migliore tradizione di questa democrazia.
O, almeno, così si spera...
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