Diario di bordo

Leonardo Del Vecchio, imprenditore che non soffriva di miopia politica

Martedì 28 giugno

L’uomo che “vedeva lontano” è morto dopo una lunga e bella vita.
Leonardo Del Vecchio, milanese di nascita, bellunese di adozione, 87 anni, primo produttore e distributore di occhiali nel mondo con la sua Luxottica, 150.000 dipendenti, lascia in eredità 66 miliardi e un modello di “visione industriale” che tutti dicono di ammirare, ma nessuno adotta.

Come ha fatto un ragazzo, nato nel 1935 a Milano da una madre pugliese, affidato ai “Martinitt”, garzone e poi operaio specializzato in una piccola, povera, ma anche deliziosa valle dolomitica, il Cadore, a diventare il nostro Jeff Bezos?
Lui non l’ha mai spiegato. Ma certo Del Vecchio era l’opposto di Bezos. (qui la nostra intervista a Tommaso Ebhardt, autore del libro biografico Leonardo Del Vecchio)

Stranissima storia, che rimanda ai favolosi anni Sessanta, che diedero al mondo un altro modo di vestirsi e di apparire.
Prima, gli occhiali erano solo di due tipi: bachelite nera spessa, quella che immediatamente ti metteva nella categoria dei vecchi; o montatura in acciaio, in genere rotonda, per cui diventavi un intellettuale di sinistra. Poi vennero i Persol di Steve McQueen, i Ray Ban degli aviatori, gli occhiali a specchio dei militari; persino Brigitte Bardot fece pubblicità agli occhiali. Poi vennero le lenti a contatto (che però furono una rivoluzione a metà, come il rasoio elettrico), gli occhiali non furono più oggetti per vedere, ma “per farsi vedere”.

Del Vecchio fondò Luxottica nel 1961, ad Agordo, poco distante da quella diga del Vajont che sarebbe crollata nel 1966.
Erano poveri davvero, allora, anche se facevano lenti e montature da almeno cent’anni, per altri.
Il nostro si mise in proprio: scoprì le virtù dell’acetato di cellulosa, e poi dei metalli leggeri di usare per le vitine che reggono le stanghette; sempre più piccole, fino al titanio. Diventarono un marchio, come quelli della moda e conquistarono il mondo. Avrebbero potuto andare a produrre in Cina, ma non lo fecero. Anzi, si tennero ben stretti i loro operai, sapendo che erano la forza della loro azienda: un sindacato forte, stipendi superiori alla media, benefit alimentari e culturali, borse di studio... C’erano stati altri come lui, in Italia: Camillo e Adriano Olivetti di Ivrea, Michele Ferrero di Alba, i Merloni di Ancona…. Sì, ma il resto del capitalismo italiano non era di quella razza.

Perché non ce ne sono stati di più, di Leonardo Del Vecchio? Forse perché gli altri erano affetti da una inguaribile miopia politica.  

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