Non so precisare il momento in cui decisi di darmi alla politica, in cui seppi che avrei trascorso la vita al servizio della lotta di liberazione. Essere africani in Sudafrica significa essere politicizzati dal momento della nascita, che lo si voglia ammettere o no.
Ormai undici anni fa moriva uno dei leader politici più popolari e amati, nonché uno degli uomini più importanti e stimati della storia del Novecento. Nelson Mandela non fu una figura significativa solo per il Sudafrica, con la sua vita dedicata alla lotta per la liberazione contro l’Apartheid è divenuto negli anni il simbolo contro la supremazia bianca e contro ogni forma di razzismo.
Trenta anni fa, l’8 maggio 1994 saliva al potere, il primo Presidente nero della Repubblica Sudafricana, dopo lunghe lotte e 27 anni di carcere. Nato e cresciuto in una terra dominata dalla minoranza bianca, la scelta della via politica fu quasi obbligatoria: prima gli studi in legge poi la fondazione della lega giovanile ANC (African national congress) nel 1944, di cui divenne presidente nel 1950. L’approccio che guidava il principale strumento di opposizione del governo Sudafricano allora era ancora la non violenza, la via dello sciopero e della protesta pacifica; dopo il massacro di Sharpeville nel 1960 (dove la polizia sparò sulla folla scesa in strada, uccidendo 70 persone) la strategia politica di Nelson Mandela e dell’ANC virò sulla lotta armata con la fondazione di un’organizzazione clandestina chiamata Lancia della nazione.
Dall'infanzia nelle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nell'Anc, attraverso ventisette anni di carcere, al Premio Nobel per la pace e alla presidenza del suo paese. "Il lungo cammino verso la libertà" di Nelson Mandela è il lungo cammino verso la libertà politica e la conquista di un valore irriducibile: la dignità dell'essere umano.
Fu perseguito più volte, incarcerato e scarcerato fino all’ergastolo del 1964. Da allora, e per 27 anni, Nelson Mandela detto Madiba continuò la sua protesta contro l’Apartheid dalla prigione, suscitando proteste in tutto il mondo e divenendo il simbolo della lotta al segregazionismo.
La sua storia raccontata in libri, film (da Invictus a La lunga strada verso la libertà) e perfino canzoni (Ordinary Love degli U2 divenne un vero e proprio inno di liberazione) è tutt’ora un esempio di resistenza e la dimostrazione che un processo di democratizzazione di un paese passa dall’inclusione sociale e dall’abbattimento di ogni distinzione razziale.
And we can’t reach any higher, if we can’t deal with ordinary love
Dopo la liberazione nel ‘90 e le elezioni a Presidente del Sud Africa nel ’94, infatti, la linea politica di Nelson Mandela si concentrò sulla riconciliazione nazionale: eliminate tutte quelle ignobili leggi inglesi e afrikaner (erano detti così i discendenti dei colonizzatori olandesi), simbolo del predominio bianco, dalla Natives land act che vietava agli indigeni l’acquisto di terre al di fuori delle riserve, alla Population registration act che stabiliva la sistematica classificazione razziale della popolazione, Nelson Mandela tentò di ricucire le profonde lacerazioni e l’incredibile disequilibrio di ricchezze che ancora distinguevano neri e bianchi, e mirò a individuare i colpevoli di reati politici legati al regime di Apartheid.
Per questo nel 1995 fu istituita la Commissione per la verità e la riconciliazione il cui obiettivo era indagare sui crimini contro i diritti umani soprattutto dal 1948, l’anno in cui l’Apartheid iniziò a essere messo in pratica in maniera sistematica. La commissione permise alle vittime di non sentirsi dimenticate e a un intero paese di fare i conti col proprio passato recente: attraverso il perseguimento dei colpevoli, il compromesso politico-istituzionale necessario garantì la ricerca della giustizia e il riconoscimento delle sofferenze della popolazione sudafricana.
Nel 1993 Nelson Mandela ricevette il Premio Nobel per la pace insieme a F.W. de Klerk, leader della minoranza bianca, per il lungo dialogo avviato che portò alla fine del regime di Apartheid.
Di
| Feltrinelli, 2012Di
| Feltrinelli, 2013Di
| EL, 2016Di
| Rizzoli, 2013Di
| Rizzoli, 2013Di
| Feltrinelli, 2018Di
| Il Saggiatore, 2018Di
| E/O, 2023Di
| Castelvecchi, 2013Ti potrebbero interessare
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