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La notte dei cristalli e l'alba di un genocidio

Illustrazione digitale di Marta Punxo, 2023

Illustrazione digitale di Marta Punxo, 2023

Parigi, 7 novembre 1938. Ernst Eduard vom Rath. Iscritto al partito nazista e diplomatico tedesco di carriera, è ferito a colpi di pistola dal diciassettenne Herschel Grynszpan, nell’edificio dell'ambasciata tedesca di Parigi. Due giorni dopo, il 9 novembre, vom Rath muore per le lesioni riportate.

È la causa scatenate che determina la reazione all’interno del territorio del Reich hitleriano nella notte tra il 9 e il 10 novembre.

Goebbels dà ordine alle sue truppe d’assalto e alla Gioventù hitleriana di agire contro gli ebrei su tutto il territorio della Germania. Il risultato è il saccheggio e l’incendio di sinagoghe, magazzini, casi, locali ebraici.

Secondo il rapporto sui “risultati provvisori” (riferiti alla mattina del 10 novembre, ovvero nelle prime 12 ore di saccheggio) presentato da Reinhard Heidrich, capo della Gestapo, furono distrutte 76 sinagoghe e 191 incendiate, demoliti 29 grandi magazzini, vandalizzati 815 negozi e saccheggiate 117 abitazioni private. 36 gli ebrei uccisi (alla fine della giornata gli ebrei uccisi saranno 100), più di 30.000 ebrei vengono arrestati e avviati nei campi di concentramento prima di essere rilasciato dietro pagamento di riscatti ingenti.

Non è ancora la pianificazione dello sterminio, ma è una tappa essenziale della «distruzione della presenza ebraica» sul territorio della Germania. Il fine è costringere gli ebrei ancora residenti e presenti sul territorio appunto ad andarsene e dunque a «purificare» la Germania della loro presenza.

Quasi 80.000 ebrei decidono di partire.

A questa data, circa la metà degli ebrei che si trovavano in Germania al momento dell’ascesa di Hitler al potere (30 gennaio 1933) ha lasciato il paese.

Questo è il quadro se noi consideriamo solo il fermo immagine del novembre 1938. Come sempre accade in politica, tuttavia, è al contesto generale che occorre prestare attenzione.

La Germania nazista nel novembre 1938 può permettersi di attuare la notte dei cristalli e quel che accade nelle strade della Germania non è un insieme di episodi di una massa, pur aizzata dai vertici, ma fuori controllo. È, invece, l’effetto di una lunga catena di arretramenti delle democrazie di fronte al totalitarismo tedesco che si accumula nel giro di pochi mesi – tra il marzo e il settembre 1938.

Quel grumo di sconfitte consente alla Germania nazista di poter fare un eccidio di massa sapendo di non dover pagare un prezzo, anzi di poter ancora presentarsi sulla scena politica – ed è quello che accadrà all’indomani del 10 novembre 1938 - ancora andando all’incasso. Comunque, senza dover pagare un pegno per i suoi atti di sangue.

In rapida sintesi

12 marzo 1938 L’esercito tedesco entra in Austria e realizza l’Anshcluss (la riunificazione) tra Germania e Austria. Tre giorni dopo, il 15 marzo 1938 Hitler attraversa il confine, passa per Linz e arriva a Vienna dove nella Heldenplatz (Piazza degli Eroi) annuncia la ricostituzione del Reich tedesco. L’opposizione delle democrazie, europee, (Francia e Gran Bretagna) è praticamente inesistente. Gli Stati Uniti continuano nella loro posizione di neutralità.

6-14 luglio 1938 A Evians sul lato francese del Lago di Ginevra convocata dal Presidente degli Stati Unito, F.D. Roosevelt, si tiene una conferenza per discutere e trovare una soluzione sul problema dell'aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista.

Alla conferenza prendono parte i rappresentati di 32 paesi.

Scopo della conferenza è gestire il movimento di profughi della Germania e dell'Austria attraverso canali di emigrazione organizzati e spingere i governi partecipanti ad accogliere un numero di profughi proporzionale alle proprie dimensioni. La conferenza si conclude con un nulla di fatto.

Solo Bolivia e Repubblica Dominicana si dichiarano favorevoli all’accoglienza. Come molte altre volte nella storia l’opinione pubblica dei paesi liberi, manda a dire alla politica, e a chi di là «aspetta un segno» che sono «fatti loro», che è meglio non immischiarsi nei fatti degli altri e che niente è meglio che stare tranquilli a casa propria.

25 luglio 1938 Inizio della battaglia dell’Ebro, l’ultimo grande confronto tra le forze repubblicane e i franchisti nel corso della guerra civile spagnola. Quel confronto si chiude definitivamente il 16 novembre, dopo 100 giorni di combattimenti, ma già alla fine di agosto è chiaro come lì si stia consumando l’ultima resistenza del fronte repubblicano mentre le forze franchiste appoggiate da Germania nazista e Italia fascista hanno decisamente la meglio.

25 luglio 1938. Hitler dichiara l’appoggio della Germania nazista alle richieste dei Sudeti di staccarsi dalla repubblica cecoslovacca e di aderire alla Germania nazista.

12 settembre 1938 A Norimberga al raduno nazista Hitler tiene un discorso in cui minaccia di scatenare una guerra se non verrà concesso ai tedeschi dei Sudeti il diritto all'autodeterminazione.

18 settembre 1938 Benito Mussolini tiene a Trieste un discorso in cui annuncia auna folla entusiasta l’avvio della legislazione razziale come razzismo di Stato.

Nello stesso discorso Mussolini dichiara che la Cecoslovacchia deve rinunciare a se stessa e che il posto dell’Italia è accanto alla Germania perché in risposta allo «schieramento di carattere universale a difesa della Cecoslovacchia», quella dell’Italia non può non essere «un’adesione di carattere ideologico a fianco della Germania». Con le stesse parole si esprime il 20 settembre a Gorizia e Udine, il 21 a Treviso, il 24 a Padova e Belluno, il 25 a Vicenza, il 26 a Verona.

26 settembre 1938 Hitler tiene un discorso al Berliner Sportpalast dichiara che non è più possibile chiudere gli occhi di fronte all'intollerabile genocidio che i tedeschi dei Sudeti stanno subendo in Cecoslovacchia e annuncia che marcerà personalmente in testa alle sue truppe se non viene data soddisfazione alle sue richieste. Annuncia che la data per l’ultimatum è il 1º ottobre 1938.

29-30 settembre 1938 Con la mediazione di Mussolini è convocata una conferenza a Monaco con Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania. I Sudeti vengono assegnati alla Germania.

11 novembre 1938 Il ventennale della vittoria della Prima guerra mondiale viene celebrato a Parigi in un clima cupo, di fatto con la sensazione della sconfitta.

30 novembre 1938 Lo sciopero indetto dalla Cgt per respingere l’abolizione delle 40 ore settimanali di lavoro fallisce.

Nelle fasi immediatamente successive al pogrom, molti dirigenti nazisti, criticano gli eccessivi danni materiali causati dalle sommosse antisemite, sottolineando che in mancanza di interventi concreti, le compagnie assicuratrici tedesche, non quelle gestite da ebrei, avrebbero dovuto pagare i danni.

Il governo tedesco rilascia una dichiarazione che accusa la comunità ebraica tedesca di essere responsabile dei pogrom e gli impone una multa di un miliardo di Reichsmark (all’incirca 400 milioni di dollari USA al cambio del 1938).

Per effetto immediato il governo del Reich confisca tutti i premi delle assicurazioni destinati agli ebrei le cui case e negozi erano stati distrutti o saccheggiati, lasciando ai negozianti ebrei l’onere di compensare i danni di tasca propria.

Proviamo a riepilogare

Questo il quadro che si presenta all’indomani del 10 novembre 1938.
  1. Le vittime sono dichiarate responsabili dei danni subiti;
  2. sconfitta dei democratici e delle sinistre;
  3. potenza dei fascismi;
  4. Alla delusione si aggiunge la smobilitazione collettiva fenomeno che in gran parte le forze democratiche e le sinistre non colgono.
  5. Gli unici che tracciano il profilo di una sconfitta storica sono le figure politiche di minoranza e gli intellettuali democratici in esilio (tra questi Gaetano Salvemini e Victor Serge).
  6. La guerra si avvicina e per tre anni saranno i totalitarismi fascisti a dominare. Poi lentamente le sorti si rovesciano.

La Kristallnacht è il segno di quella marcia trionfale dei totalitarismi. Non è solo una strage di stato. È la dimostrazione che l’eccidio si può fare perché chi dovrebbe opporsi in realtà «ingoia» e comunque gli unici che pagano sono le vittime.

Ancora per tre anni (fino all’estate del 1942) nessun segnale ci sarà per esprimere una vera inversione di tendenza.

Per approfondire

Il Terzo Reich al potere. 1933-1939

Di Richard J. Evans | Mondadori, 2010

I volonterosi carnefici di Hitler. I tedeschi comuni e l'Olocausto

Di Daniel Jonah Goldhagen | Mondadori, 2017

Hitler

Di Ian Kershaw | Bompiani, 2019

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