Ales Bialiatski vince il Premio Nobel per la Pace 2022

«I premiati con il Nobel per la Pace rappresentano la società civile nei loro rispettivi paesi. Per molti anni hanno promosso il diritto a criticare il potere e a proteggere i diritti fondamentali della popolazione. Hanno fatto uno sforzo eccezionale per documentare crimini di guerra, violazioni dei diritti umani e abusi di potere. Insieme hanno dimostrato l’importanza della società civile per la pace e la democrazia». Queste le motivazioni della commissione per l'assegnazione, quest'anno, del Nobel per la Pace 2022 a Ales Bialiatski, all’organizzazione russa Memorial e al Centro per le libertà civili ucraino.

Ales Bialiatski, attivista bielorusso, ha fondato nel 1996 la ONG Viasna, che si occupa di assistenza legale e finanziaria per i prigionieri politici. È noto anche per il partito di cui era guida, Indipendenza, negli anni ottanta, gruppo che favorì l'uscita della Bielorussia dall'Unione Sovietica. Per il suo ruolo attivo nelle proteste antisovietiche è stato arrestato più volte, l'ultima nel 2020. L'associazione Memorial, invece, è la più grande ONG della Russia, fondata da Andrej Sacharov (Premio Nobel per la Pace nel 1975) nel 1987: la sua missione di documentazione e testimonianza delle violazioni dei diritti civili l'ha resa invisa, quest'anno, a Vladimir Putin, che ne ha predisposto la chiusura. 

Infine, il Centro per le libertà civili è un'associazione con scopo di studio e ricerca: si è occupato, dalla sua nascita, di rafforzare lo stato di diritto ucraino, ma dallo scoppio della guerra è impegnato nella documentazione e nella denuncia dei crimini dell'esercito russo. 

In maniera del tutto inaspettata, il presidente della commissione del Nobel, Berit Reiss-Andersen, ha richiesto, dopo l'assegnazione del Premio, la liberazione e l'assoluzione di Ales Bialiatski alla Bielorussia, con la speranza che la rinnovata attenzione internazionale possa in parte migliorare la condizione del dissidente.