Lunedì 23 maggio
Consiglio la lettura di un articolo che trovate facilmente in rete.
È uscito sulla rivista Rolling Stone, a firma Mario Di Vito e si intitola: “Bella vita e guerre altrui del professor Alessandro Orsini, gentiluomo” (il titolo ironizza su quello, quasi analogo, con cui il professor Alessandro Barbero vinse il Premio Strega nel 1996). Nel ricostruire la formazione culturale e la carriera accademica dell’ormai indispensabile riferimento della nostra conversazione politica, Di Vito cita anche la feroce avversione di Orsini per la figura di Antonio Gramsci, che così espresse pubblicamente nel 2018, in una confronto tra studiosi.
“Quali danni alla libertà degli uomini è riuscito a causare quell'orrenda mente pedagogica di Gramsci.
Gramsci, questa grande vergogna del genere umano.
Gramsci, questo storpio cervello liberticida.
Gramsci, questo demente della libertà.
Gramsci, questa nauseante immondizia pedagogica.
È meglio non essere niente che sentirsi tutto al servizio di qualcuno.
Amo gli indifferenti molto più dei militanti di partito, di cui le università italiane abbondano”.
Sicuramente Bianca Berlinguer non conosceva l’episodio: beh, ora lo conosce.
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