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Adelaida di Adrián N. Bravi

Si dice che l’uomo sia stato plasmato dalla creta. Questo riferimento si può rintracciare in diversi miti riguardanti la creazione, a testimonianza di quanto dare una propria impronta al mondo sia una necessità a cui gli umani aspirano fin dalla notte dei tempi. Lo stesso impulso lo si può ritrovare anche in Adelaida (Nutrimenti), l’ultimo libro di Adrian N. Bravi attualmente inserito nella dozzina del Premio Strega.

La vita di questa donna, italiana per nascita e argentina per scelta, sembra essere retta dai fili di un destino che la divide non solo fra due patrie, ma anche fra un presente da ricostruire e un passato sempre pronto a riemergere. Eppure la volontà “di non disunirsi”, come direbbe Sorrentino, e la conseguente attività artistica sembrano essere diventate per lei armi per sfidare l’imprevedibile.

Adelaida
Adelaida Di Adrián N. Bravi;

Una donna, una artista, una madre. Adelaida Gigli è stata una delle figure femminili più sorprendenti dell'Argentina del secolo scorso.

Personalità eclettica e irriverente, Adelaida Gigli nasce a Recanati nel 1927. Figlia d’arte del pittore Lorenzo Gigli, trascorre i primissimi anni nella città di Leopardi. Attimi di serenità che vengono ritratti nelle tele del padre, prima che la promulgazione delle leggi razziali li costringa a lasciare il suolo natio.

Inizia così il cambio di identità della bambina che passa dal proprio nome di battesimo, quell’Adelaide appartenuto anche alla nonna, ad Adelaida. Una lettera finale porta così al definitivo allontanamento dalla lingua madre per passare a quella adottiva che diventerà non solo predominante nell’intimità, ma nelle sue poesie e nei suoi scritti. Trascorre poi l’adolescenza e la prima età adulta a contatto con l’ambiente culturale argentino, dove incontra David Viñas con cui costruirà una famiglia, dando alla luce Mini e Lorenzo Ismael. Sempre in questo periodo avviene la folgorazione: l’incontro con l’arte indigena a Mérida. Da questo momento in poi le mani sapienti dei timotocuicas non l’abbandoneranno più e con esse la scelta di diventare ceramista.

Come avvenuto durante l’infanzia però la storia si ripete: l’instaurazione della dittatura militare falcidia gran parte dei suoi affetti, rendendo la sua vicenda e quelle di chi la circonda un intricato dedalo di silenzi, resistenze ed emigrazioni. Proprio per questo Bravi decide di inserirsi nel racconto, in qualità di narratore testimone, aggiungendo talvolta anche ricordi della propria giovinezza a Buenos Aires e operando un confronto fra la propria esistenza e quella di questa donna che ha avuto il privilegio di conoscere e di narrare.

Con un’operazione letteraria lo scrittore decide di aprire questa sorta di biografia con una scena che non appartiene ad Adelaida, ma a Mini. Durante un pedinamento la ragazza decide di lasciare la figlia neonata nelle mani di due sconosciuti, per evitare che venga uccisa o rapita dal regime. Il libro si apre così con una parola che non viene pronunciata, ma che rimane sospesa nella mente del lettore, quasi come se fosse scritta su pagina. Desaparecida: questa sarà la sorte di Mini e successivamente anche quella del fratello Lorenzo Ismael, due delle svariate vittime di quegli anni ’70 che hanno rappresentato uno dei capitoli più crudeli della storia del Paese.

La protagonista torna così nelle Marche, dove all’età di sessantun anni entra in contatto con Bravi. E qui l’autore torna a descrivercela in un momento cruciale: fra le mani ha il diario di Mini, e non sa se consegnarlo alla nipote ormai grande, ma inconsapevole della vera storia di sua madre. Così come Adelaida ha raccolto l’eredità paterna ora si fa portatrice di quella della figlia e di riflesso lo fa anche Bravi, accompagnandoci lungo questa vita che ha sempre portato in alto i valori della memoria, delle radici e della resistenza artistica.

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Adrián N. Bravi (San Fernando, Buenos Aires, 1963) lavora come bibliotecario presso l’università di Macerata. Nel 2004 comincia a scrivere in italiano: dopo l’esordio con Restituiscimi il cappotto (Fernandel, 2004), ha pubblicato con nottetempo La pelusa (2007), Sud 1982 (2008), Il riporto (2011), L’albero e la vacca (nottetempo/Feltrinelli 2013) con il quale è stata inaugurata la collana indies di Feltrinelli e ha vinto il Premio Bergamo 2014, L' inondazione (2015). Nel 2015 l’editoriale argentina Sofia Cartonera ha pubblicato una breve raccolta dei suoi racconti, Después de la línea del Ecuador. Nel 2012, il cortometraggio di Andrea Papini ispirato al romanzo Il riporto ha vinto la prima edizione del Premio Bookciak 2012.Nel 2019 Exòrma pubblica L'idioma di Casilda Moreira. Nel 2024 esce per Nutrimenti Adelaida, libro entrato nella dozzina finalista del Premio Strega 2024.

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