Cult!

Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, il cult di Walter Siti

Walter Siti è uno scrittore che non ha bisogno di presentazioni: critico letterario di primissimo piano e autore di fondamentali e illuminanti saggi, tra cui Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura: un pamphlet meditato ed efficace sulla reale e provocatoria funzione della letteratura (scoprite la nostra recensione!).

In occasione di una chiacchierata con Maremosso, ha rivelato il suo libro cult: un capolavoro assoluto della letteratura universale, senza tempo; quello stesso tempo che ritroviamo nel titolo dell'opera, e diviene estremamente prezioso se impiegato per Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu), una lettura totalizzante e monumentale che solo Marcel Proust poteva donarci.  

Alla ricerca del tempo perduto
Alla ricerca del tempo perduto Di Marcel Proust;

Usciti a partire dal 1913, i sette libri che compongono, in un tutto unitario, la "Recherche" - colossale romanzo-mondo frutto di quindici anni di gestazione - esplorano una moltitudine di temi: il senso del tempo, la memoria, il sogno, l'abitudine, il desiderio. E poi ancora la gelosia, il rapporto tra arte e realtà, l'interagire di rituali ed emozioni.

La stessa lettura del romanzo, infatti, potrebbe essere definita una notevole impresa titanica, data l’enorme mole: uno di quei libri che ci osservano dallo scaffale della libreria e in un primo momento ci intimidiscono, ma Walter Siti è qui apposta per tranquillizzarci.

È un libro in cui l’autore riesce a parlare molto di sé, partendo da sé stesso. La prima volta che lo lessi, ebbi anch'io l’impressione che, se non partivo da me stesso, tutto il guazzabuglio che avevo in testa sarebbe rimasto un caos da cui non sarei riuscito a venir fuori

Walter Siti

Il romanzo, abbreviato dai più con il nome La recherche, venne scritto tra il 1906 e il 1922, pubblicato in ben sette volumi tra il 1913 e il 1927, di cui gli ultimi 3 postumi.
Alla ricerca del tempo perduto si rivela sin da subito non come una sequenza di avvenimenti in ordine cronologico, ma come una riflessione sulla memoria, la letteratura e, ovviamente, il tempo.

Come mai proprio questi tre elementi? Per la loro correlazione. Proust ci rivela infatti – mettendosi al centro del romanzo insieme alle proprie esperienze – come il senso della vita risieda proprio nell'arte, sempre viva attraverso il tempo e mai distruttibile.

La voce narrante è profondamente calata nel tempo che lo stesso Proust ha vissuto: la Francia degli anni tra il 1871 e il 1922, quelli della vita dell'autore e dell’alta società francese di inizio Novecento.
Il milieu borghese e intellettuale in cui si muove il protagonista, che parla in prima persona, è saldamente presente ed è ricostruito attraverso una prospettiva soggettiva ed emotiva, che ha innegabilmente molti punti in comune con la temperie culturale e sociale dello stesso Proust.

Il primo libro, nominato Dalla parte di Swann, narra l'infanzia di Proust nel villaggio francese di Combray, descrivendo i rapporti con la madre, le prime letture e il vicinato. Co-protagonisti sono i membri della famiglia Swann, nel cui giardino il narratore andava da piccolo a passeggiare.

Nel secondo, All'ombra delle fanciulle in fiore, Marcel è cresciuto e si trasferisce a Parigi, frequentando l'amico Charles Swann e la moglie Odette. Si innamora di Gilberte, figlia della signora Swann, e, successivamente, andato a trovare la nonna in un hotel di Balbec, sulla costa della Normandia, si innamora di Albertine.

I Guermantes è il terzo libro, in cui Marcel si innamora della duchessa Madame Guermantes. Inizia a frequentare la nobile famiglia nel circolo del barone Charlus, anche se vive un periodo di incertezze per l'aggravarsi della malattia della nonna. Alla sua morte, Marcel rincontra Albertine, il cui amore non si è mai davvero assopito.

In Sodoma e Gomorra, quarto romanzo, la storia è incentrata su Marcel con Albertine e il barone Charlus con un giovane violinista. Dopo alcuni sospetti, Marcel scopre il tradimento di Albertine e  decide di rompere la relazione.

La prigioniera è il quinto romanzo, in cui Marcel vuole perdonare Albertine e va a vivere con lei, ma la gelosia non svanisce e arriva a farla sorvegliare. Alla fine Albertine scappa di casa, proprio poco prima che Marcel decida di partire e lasciarla.

Nel sesto e penultimo libro, La fuggitiva, Marcel si mostra indifferente verso Albertine, per poi cadere in depressione alla scoperta della morte di lei, causa incidente a cavallo. Rincontra Gilberte Swann, di cui si innamorata ancora una volta, ma si fa da parte, poiché ella è promessa sposa al nipote del barone Charlus. Alla fine, però, Marcel scopre che anche il marito di Gilberte condivide l'omosessualità dello zio.

Il settimo romanzo, Il tempo ritrovato, è ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, dove Marcel si accorge dell'inevitabilità del trascorrere del tempo, e torna a Parigi, trovandola molto cambiata. Pieno di rimorsi d'amore, decide un'ultima volta di andare a un incontro nel salotto della famiglia Guermantes. Qui, il lettore assiste ad importanti riflessioni sul trascorrere del tempo, con l'intenzionalità da parte di Marcel di narrare i suoi pensieri in un libro.

“Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa.”

Marcel Proust - "Dalla parte di Swann", primo volume

A partire dal sapore della madeleine inzuppata nel tè, riemergono i ricordi dell’infanzia del protagonista, le figure e gli ambienti del passato, i sentimenti e le emozioni che ne hanno influenzato la crescita affettiva, intellettuale e morale.

Eventi che sembravano cancellati per sempre, ma che la nostra memoria registra e conserva, quella memoria involontaria che procede appunto a intermittenze e che è l’ossatura portante di tutta La Recherche.
Proust ricompone magistralmente l’andamento meandrico e accidentale proprio dei ricordi e ricostruisce in maniera fluida e sorvegliata le riflessioni che, dalla prospettiva di un domani infelice, conducono a un’insperata felicità, che eleva il narratore e l’uomo dalla sua mediocrità, dalla sua contingenza e dalla sua precarietà.

È un libro che può anche aiutare molte persone che non sanno bene se hanno o non hanno una vocazione, a verificarlo. Perché in fondo la trama del libro è proprio alla scoperta alla vocazione

Walter Siti

Walter Siti fa significativamente risaltare il “piacere delizioso” che permea il suo libro cult: una lettura che può farci riappropriare di quella parte di noi che sembra esserci sfuggita, riacquistando il passato per definire la nostra identità.

Alla ricerca del tempo perduto è un romanzo dall’eccezionale forza introspettiva sull’impetuoso riaffiorare del passato, come conquista necessaria per recuperare la verità più profonda di noi stessi. Nella lunga e avvolgente ricerca del tempo perduto, l’autore ci accompagna attraverso il flusso continuo e circolare dei ricordi fino alla più autentica forma di conoscenza, cristallizzata nella dimensione dell’eternità: il “tempo ritrovato” della letteratura.

In occasione del centenario gli abbiamo dedicato un approfondimento e, per tutti gli amanti dell'opera, abbiamo recensito per voi I 75 fogli, nucleo originario de La recherche: le primissime pagine che Marcel Proust ha scritto.
Non perdetevi l'
emozione di trovarvi di fronte alle fondamenta di un capolavoro!

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Conosci l'autore

Marcel Proust è stato uno scrittore francese. Considerato da molti il più grande romanziere di tutti i tempi, il suo stile ha rappresentato uno dei traguardi irraggiungibili per ogni scrittore.Esordì su alcune riviste legate al movimento simbolista. Nel 1896 uscì I piaceri e i giorni (Les plaisirs et le jours), raccolta di sofisticate prose d'occasione. Fra il 1896 e il 1904 lavorò a un romanzo che costituisce il primo abbozzo della sua opera maggiore e che fu pubblicato postumo con il titolo Jean Santeuil.Nel 1906, in seguito alla morte del padre e della madre, si trasferì in un appartamento di Boulevard Haussmann, dove fece applicare alle pareti della sua stanza un rivestimento di sugaro per proteggersi da ogni rumore. Lì, isolato dal mondo, scrisse Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu, 1913-1927), monumentale ciclo di sette romanzi (La strada di Swann, All'ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La fuggitiva, Albertine scomparsa e Il tempo ritrovato) al quale lavorò sino agli ultimi giorni di vita. L'opera ha una struttura assai complessa che l'autore stesso paragonò a quella di una grande cattedrale gotica. Si tratta della ricostruzione di una vita intesa come scoperta graduale del significato dela realtà attraverso la memoria, a partire da un evento minimo e casuale: l'episodio di un dolce chiamato "madelaine" che il protagonista riassapora per la prima volta dopo gli anni dell'infanzia e che gli riporta alla mente un intero periodo della sua vita. Nell'ultimo romanzo si avvertono echi dalla filosofia di Bergson e dalla sua teoria del "tempo creativo". L'opera è anche un grandioso affresco della società francese agli inizi del secolo, rappresentata nei suoi molteplici e contraddittori aspetti e livelli. Proust fu anche autore di una serie di scritti dedicati a scrittori e artisti dai quali emerge uno straordinario talento critico. Tra essi ricordiamo: Imitazioni e miscellanee (1919), Cronache (postume, 1927) e Contro Sainte-Beuve (postumo, 1954).«Forse non ci sono giorni della nostra fanciullezza che abbiamo vissuto più pienamente di quelli che crediamo invece di aver trascorso senza viverli: cioè quelli trascorsi con un buon libro.»

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