Il consiglio che mi sento di darvi, a metà perché sono arrivata a metà è Avere tutto, di Marco Missiroli
Daniela Collu è sincera nel parlarci, come d’altronde lo era stata nella nostra videointervista, mentre ci consiglia Avere tutto di Marco Missiroli... e lo fa non avendolo ancora terminato!
Ora: quando si consiglia un libro che non si è ancora finito di leggere, ci si espone alla corrente d'aria che filtra attraverso alcune sliding doors.
Potremmo infatti raccomandare un libro che è partito molto bene ma che non manterrà la promessa, guastando tutto nel finale. Too bad!
L'altra possibilità - decisamente preferibile - è quella di suggerire un testo che riuscirà a tenerci incollati alle sue pagine. Così facendo, ci saremo garantiti una bella figura con le persone cui abbiamo consigliato il libro a scatola chiusa... o quasi.
I gabbiani a Rimini non urlano mai. In nessuna stagione dell’anno, neanche quando Sandro torna a casa dopo aver vissuto a Milano, e trova suo padre con la testa sempre più dura. Neanche quando passano i mesi e si accorge di essere rimasto lì con lui per affrontare la loro partita più grande, facendo un vecchio gioco: dove vorresti essere con un milione di euro in più e parecchi anni in meno?
Avendolo letto, ci sentiamo di dirvi che Avere tutto fa senz'altro parte del secondo gruppo di libri: quelli che mantengono la promessa. Nell'intervista che ci ha concesso poco tempo fa, l’autore, fra una battuta e un’altra, ci aveva già parlato del suo romanzo.
Si tratta della storia d’amore tra un padre e un figlio. Entrambi smarriti dopo la perdita della donna della loro vita, Nando e Sandro Pagliarani si ritrovano a Rimini - città natìa di Missiroli - per festeggiare il compleanno del primo.
Mi piace moltissimo la sua scrittura. Questa volta mi ha un po’ spiazzato perché non è una storia d’amore, non voglio fare spoiler ma si capisce già dalle prime pagine. È una storia di un altro amore che è quello tra il padre e il figlio
Nando ha perso una moglie, Sandro ha perso una madre. Si ripropone così una struttura familiare ai lettori di Missiroli, quella che lui stesso chiama “struttura sentimentale”.
Il padre è assente e la sua assenza obbliga il figlio ad una continua tensione, la tensione verso un chiarimento di cui Sandro sente di avere disperatamente bisogno.
Avere tutto è una storia di dipendenze: la dipendenza di due uomini per una donna che non c'è più, disposti attorno a un centro lasciato vacante e la dipendenza dal gioco d'azzardo che corrode fiducia e autostima.
Ma c'è anche il rischio che un padre e un figlio assumono, nello sfidare la fortuna. Cosa resterà di loro, dopo aver giocato tutte le carte che hanno a disposizione?
Quello di Missiroli è un romanzo che fa riflettere il lettore. E forse Avere tutto è una sfida, proprio come quella di Nando e Sandro, una sfida ad accogliere l’ambiguità che sta, in fondo, al cuore di ogni relazione fra gli esseri umani.
Voglio andare avanti
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