Siete mai stati a Rimini?
Avete passeggiato sul ponte di Tiberio, seguito con lo sguardo il volo dei gabbiani o respirato profondamente l’aria di mare?
Se non aveste ancora avuto occasione di cogliere alcune fra le molte bellezze di una città la cui fama è - per molti versi - malintesa, non preoccupatevi: in Avere tutto, Marco Missiroli vi porterà dentro Rimini, e vi ci porterà con tutte le scarpe... o sneakers, come lui preferisce chiamare il tipo di calzature che predilige indossare mentre lavora ai suoi romanzi. Se guarderete la nostra videointervista con il bravissimo autore scoprirete perché, quando si parla di scrittura e di "controllo sugli aggettivi", le scarpe sono tutt'altro che un accessorio superfluo.
Sono tornato a casa. Per tornare a casa ci vuole coraggio. Bisogna abbandonare la valigia di tutti questi anni, viaggi, cambi. Ho usato un po’ i romanzi precedenti per riavvicinarmi a casa… fino a quando sono stato pronto. Ed è questo libro. Il libro delle dichiarazioni, della verità, del dire le cose come stanno. Il libro di Rimini.
È nella sua Rimini natìa, in questa provincia, amata e cantata da poeti, romanzieri, musicisti e registi, che la storia narrata in Avere tutto prende vita: la storia di un padre e di un figlio, di Nando Pagliarani e di Sandro, che torna a Rimini da Milano per festeggiare il compleanno di un papà rimasto vedovo.
Entrambi hanno perso la donna della loro vita: Nando una moglie, Sandro una madre.
Un figlio, il ritorno a casa, la partita finale con la sua famiglia. E quell’ossessione che lo muove da sempre: la vita non è avere di più, è rischiare per avere tutto. Un romanzo sulle passioni che ci rendono vivi, sugli amori mai dimenticati, su chi scrive il proprio destino dando fuoco all’anima.
E qui ritorna lo schema familiare che Missiroli stesso definisce «struttura sentimentale», rintracciabile in tutti i suoi romanzi: un padre assente, un padre invisibile, una figura con la quale si sente il bisogno di un chiarimento. Avere tutto si basa sull’ultima mano di un gioco d'azzardo che non è solo quello da cui Sandro è dipendente, ma anche quello che spinge un padre e un figlio a sfidare la fortuna, correre il rischio di vivere e mettere tutte le carte sul tavolo, per vedere cosa resta di loro.
Cosa mi tengo, io, della mia vita? I soldi? La famiglia? La libertà? Qual è il mio vero "avere tutto"? Questa è una domanda che stana le persone.
Forse però, è Missiroli a stanare il lettore, richiamandolo ad una vera e propria presa di responsabilità: ammettere i propri chiaroscuri – che ritroviamo come tonalità in copertina – e accogliere l’ambiguità, che è il ritratto dell’umanità stessa.
D’altronde, non è ciò che ha fatto anche in Fedeltà, suo precedente enorme successo?
Vincitore del Premio Strega Giovani 2019 e riadattato poi a serie TV, proprio come Avere tutto, il libro fa emergere luci e ombre che – in questo caso – si celano dietro i conflitti di una coppia, i quali raffigurano la società stessa in cui viviamo. Perché chi è che definisce il limite tra giusto e sbagliato? E cosa ci rimane quando rischiamo tutto?
A detta di Missiroli, dove in Fedeltà c’era una lotta sotterranea e inesausta verso ciò che consente di restare fedeli a sé stessi, in Avere tutto la tensione è piuttosto verso il riuscire a riconoscersi per quel che si è davvero. Compito tutt'altro che facile, e per adempiere al quale bisogna essere pronti a correre dei rischi. Come tutti i veri scrittori, però, Missiroli sa bene che una simile domanda, se gettata al lettore senza avvertirne in prima persona l'urgenza, risuonerebbe retorica e spuntata: ecco perché Marco è disposto a correre il rischio assieme a noi che leggiamo il suo romanzo. Ecco perché - una volta di più - in lui riconosciamo uno scrittore vero.
Missiroli torna nella sua Rimini, ce la mostra come solo chi ci è nato, ci è cresciuto, l'ha vissuta e poi se n'è allontanato può fare, rendendone più forte e imperioso il richiamo attraverso calibrati ed efficaci inserti dialettali mentre si interroga su quale sia veramente la vita migliore per ciascuno di noi: quella alla quale tutto ciò che è fuori da noi stessi ci dice dovremmo aderire? O quella per la quale sentiamo di essere fatti davvero?
Questo libro fa capire e tira fuori ai lettori, ai protagonisti e a chi l’ha scritto, che c’è un avere tutto nascosto che dobbiamo avere il coraggio di tirare fuori.
Avere tutto di Marco Missiroli esce oggi e promette di sollevare più domande di quante risposte sia disposto a mettere sul piatto.
Questo è un romanzo che ci chiama a mostrare le nostre carte, per stanarci e capire se saremo all'altezza del gioco. "Vedo", ci dice a gran voce Marco Missiroli, guardandoci negli occhi e sorridendo sornione. Saremo pronti a rispondere?
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