Qualche tempo fa abbiamo avuto nostro gradito ospite Luca Crovi, venuto a parlarci del suo romanzo Il gigante e la Madonnina, un giallo storico con protagonista il suo ormai noto commissario Carlo De Vincenzi. Potete leggere la sua intervista completa qui
Come nostra abitudine, chiediamo sempre agli autori che si siedono sulla nostra poltrona di consigliare ai lettori di Maremosso un libro che considerano il loro "cult", quel libro imprescindibile che li ha segnati in qualsiasi modo reputino importante. E Luca Crovi è stato uno di quelli che con maggior entusiasmo ci ha poi parlato del libro del suo cuore, scegliendo un classico per ragazzi che ha davvero sconfitto il giudizio del tempo: L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson.
Trovata la mappa del tesoro del famoso capitano Flint, il giovane Jim Hawkins organizza la spedizione verso l'isola indicata, a bordo dell'Hispaniola. Poco prima di raggiungere la meta pero Jim scopre che il cuoco di bordo, Long John Silver, e in realta il capo dei pirati superstiti di Flint, imbarcati sulla nave come marinai.
La cosa che mi colpì da bambino era la capacità di Stevenson di raccontarmi il mondo dei pirati e di farmi viaggiare in queste isole dove potevano esserci dei tesori. (...) La cosa che ho scoperto da grande è che il papà e il nonno di Stevenson erano dei grandi esperti di pirateria delle coste della Scozia. Di mestiere facevano i costruttori di fari e si dovevano difendere da quelli che facevano naufragare le navi e le distruggevano per depredarle.
Come accaduto a Crovi, molti di noi hanno incrociato la strada di questo romanzo durante l'infanzia o la prima adolescenza, spesso grazie ad una di quelle belle edizioni illustrate che così bene ci conducevano nel mondo esotico dei mari caraibici, a bordo di navi pronte a sfidare le tempeste, fino a raggiungere isole deserte che promettevano di offrire tesori leggendari.
L’isola del tesoro è il primo romanzo di Stevenson, pubblicato inizialmente a puntate nella rivista per ragazzi "Young Folks" con il titolo di Il cuoco del mare ovvero l’isola del tesoro, e successivamente in forma di romanzo nel 1883.
Questa avvincente storia è narrata quasi esclusivamente dal punto di vista del protagonista Jim Hawkins, giovane lacandiere che trova una vecchia mappa nel baule di uno dei suoi ospiti, il pirata Billy Bones. Jim decide così di imbarcarsi come mozzo sulla goletta Hispaniola alla ricerca del tesoro, dando il via a quella che resta ancora oggi l'avventura piratesca per eccellenza. Dopotutto, è con questo romanzo che nasce lo stereotipo del pirata che tutti noi oggi conosciamo.
Gli ingredienti di una storia di successo ci sono tutti, a partire dalla mappa di un'isola sperduta, che lo stesso Stevenson disegnò quasi per caso durante un piovoso pomeriggio e che lo ispirò, in seguito, a scrivere la sua storia.
Era ben elaborata e (pensavo) magnificamente colorata; la sua forma scatenò la mia fantasia oltre ogni immaginazione; conteneva porti che mi soddisfacevano come sonetti; e con l'incoscienza del predestinato, battezzai la mia opera L'Isola del tesoro
Da quella mappa e dal miraggio di un tesoro nascosto si dipana tutta la vicenda, ricca di colpi di scena, ammutinamenti, mari in tempesta ed indimenticabili figure di pirati minacciosi come Long John Silver, il misterioso cuoco di bordo della nave, che si rivela un pirata senza scrupoli.
Da bambino avrei voluto fare un viaggio con Long John Silver, così diabolico ma così incredibile da avere come compagno di avventure. E vi dirò di più: oltre che un grande avventuriero, doveva essere anche un grande cuoco, le cui ricette avrei gustato molto volentieri!
L’isola del Tesoro è un romanzo senza tempo, straordinario per l'epoca in cui è stato scritto e straordinario ancora oggi, perché contiene la giusta dose di avventura e di ironia nel raccontarla. Ci lascia immaginare una vita raminga sul mare, un mondo popolato da uomini rudi, ricco di luoghi inesplorati, in cui assistiamo allo scontro tra eroismo, lealtà e nobili virtù da una parte contro avidità e i peggiori peccati dall'altra.
Cosa può esserci di meglio da leggere mentre si aspetta con trepidazione di diventare grandi? O, al contrario, quando si fantastica di ritornare ragazzi e ricominciare tutto da capo?
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