Fuori dal cono d'ombra con una nuova storia dell'Africa

Le storie non sono tutte uguali.
Il panorama delle conoscenze presenta picchi svettanti, che praticamente tutti hanno sotto gli occhi: quelli che vengono definiti i “grandi fatti storici”, ritenuti indispensabili per leggere e comprendere il passato. Vengono di solito definiti parte della “storia globale”, anche se spesso si tratta di fatti che interessano luoghi ben definiti e circoscritti. È una tendenza piuttosto miope ma ancora diffusa quella di pensare alla “propria storia” come alla “storia di tutti”.

Accanto a questi picchi troviamo valli profonde, messe in ombra dall’ingombrante presenza di ciò che qualcuno ha ritenuto nel tempo importante “per tutti”. L’Africa, ad esempio, pare interamente in ombra rispetto a questo panorama. Se la storia è racconto, allora sembra che tutto questo continente non abbia avuto storia. Per fortuna, c’è chi in queste valli ha deciso finalmente di addentrarsi.

Il libro di Toby Green Per un pugno di conchiglie (Einaudi 2022) contribuisce a riportare sotto la luce una storia per troppo tempo rimasta in ombra, quella dell’evoluzione storica dell’Africa equatoriale atlantica tra ‘300 e ‘700. Un luogo e un periodo che hanno avuto un ruolo centrale per la costruzione dei rapporti tra i continenti che si affacciano su questa cintura d’acqua, in cui per troppo tempo la visione di questi rapporti è stata mediata da un punto di vista singolo, quello europeo dell’esplorazione prima e del dominio poi.

Il libro di Toby Green Per un pugno di conchiglie (Einaudi 2022) contribuisce a riportare sotto la luce una storia per troppo tempo rimasta in ombra, quella dell’evoluzione storica dell’Africa equatoriale atlantica tra ‘300 e ‘700. Un luogo e un periodo che hanno avuto un ruolo centrale per la costruzione dei rapporti tra i continenti che si affacciano su questa cintura d’acqua, in cui per troppo tempo la visione di questi rapporti è stata mediata da un punto di vista singolo, quello europeo dell’esplorazione prima e del dominio poi.

Green presenta anche a beneficio di un pubblico non specialistico le vicende che coinvolsero gli stati africani della costa atlantica non solo nel loro rapporto con gli europei che di volta in volta sbarcavano sul continente, ma anche nei loro scambi e scontri interni, ricostruendo i caratteri tipici della storia diplomatica di antico regime che in maniera piuttosto miope ancora oggi molti nostri manuali di storia raccontano come tipica solo del continente europeo. Dai grandi imperi del Sahel ai regni del Congo, Benin, i domini della Costa d’Oro, la realtà di società complesse che cercarono di trattare da pari a pari con le potenze coloniali è più che mai necessaria per comprendere l’evoluzione di un sistema economico internazionale che ha plasmato per secoli tre delle quattro coste dell’Atlantico: quella europea, quella africana occidentale e anche quella dell’America del Sud.
Una storia di oro, stoffe e schiavi che può essere specchio per l’oggi, in cui una società che è sempre più unita dal presente di comunicazione, scambi e spostamenti può imparare molto dai traumi derivanti dall’interdipendenza economica guidata dall’ingiustizia.

NON LEGGETELO se siete abituati alla storia del vostro manuale delle superiori: ci troverete un sacco di passato in più di quello a cui siete abituati.

NON LEGGETELO se pensate a una lettura della storia in cui ci sono, divisi a metà, vittime e carnefici: qui si parla di storia, non di storielle.

NON LEGGETELO se pensate che raccontare storie nuove sia un modo per “cancellare” storie già acquisite: nel presente c’è, per fortuna, tutto lo spazio per il passato che ci serve.