Sarà per la sua autenticità e per la sua simpatia innata, ma chiacchierare con Enrico Galiano è stato un vero piacere. Potete leggere e ascoltare qui la nostra intervista, durante la quale ci ha presentato il suo nuovo libro Geografia di un dolore perfetto e ha citato come suo cult Un giorno di David Nicholls.
E come non essere d’accordo con lui? Perché il romanzo di Nicholls è uno di quelli che, dopo averlo letto, si ricorda per sempre con tenerezza e malinconia. Potete trovarci leggerezza e profondità, una scrittura che scorre frizzante e incisiva alla Nick Hornby e una capacità di analisi della vita, che colpisce e affonda, alla Jonathan Coe.
Se non lo avete ancora letto, fatelo, anche se non avete più vent’anni. Sarà come conoscere dei nuovi amici. Riderete con loro, vi infurierete e, ahimè, verserete non poche lacrime.
Comico, intelligente, malinconico, Un giorno cattura l'energia sentimentale delle grandi passioni: i cuori spezzati, l'intricato corso dell'amore e dell'amicizia, il coraggio, le attese e le delusioni di chiunque abbia desiderato una persona che non può avere.
La storia di Emma e Dexter inizia il 15 luglio 1988, il giorno della laurea. Poche ore trascorse assieme tra baci e chiacchiere in una minuscola stanza di Edimburgo, stretti in un abbraccio incerto che li spinge verso un futuro tanto atteso, ma che, allo stesso tempo, spaventa. Una sintonia immediata, per nulla scontata visto quanto sono diversi. Lei, lettrice instancabile, che sogna di diventare una scrittrice, un po’ goffa dietro ai suoi grandi occhiali, piena di sogni e capace di cambiare in meglio la vita di chiunque la conosca. Lui, bello e ricco, con un atteggiamento vagamente da sbruffone che conquista, e una vita che si distende davanti a sé piena di possibilità. Un po’ un cliché, forse, ma per Nicholls è solo un punto di partenza.
Un incontro fugace che li lega per sempre in quel modo imperscrutabile, e spesso contorto, che il destino sceglie per compiersi. Così, ogni 15 luglio per i successivi vent’anni li ritroviamo. A volte insieme, altre separati. Cogliamo istantanee fugaci delle loro vite, che ricostruiamo in un turbinio di flashback che si susseguono in modo perfetto come in una danza che a tratti procede a tempo, altri completamente asincrona.
Li vediamo crescere e trasformarsi da ragazzi pieni di sogni ad adulti più pragmatici, a tratti cinici e quasi irriconoscibili; ne cogliamo i momenti di gioia e disperazione, presi da legami con altre persone che non sono mai quelle giuste; e ancora li vediamo sbagliare, cadere, rialzarsi, cercarsi con la mente e il cuore, senza mai veramente trovarsi.
Un rincorrersi incessante, quello di Em e Dex. A tratti volutamente esasperante. Presi dalle loro vite, lontani, eppure completi solo quando sono insieme. Un amore che si nutre di incomprensioni, di assenze, almeno quanto lo fa di momenti speciali da ricordare, di una sintonia rara e preziosa che attende solo il momento giusto per realizzare la sua magia.
Una storia romantica, quella di Dex ed Em. ma non solo. C’è tutta la forza e la bellezza della vita in queste pagine. Ma anche la sua imprevedibile crudeltà.
«… mi sei mancato».
«Mi sei mancata anche tu».
«No Dexter, mi sei mancato proprio tanto. C’erano così tante cose di cui avrei voluto parlare con te, e tu non c’eri.»
Il libro di Nicholls è diventato anche un bellissimo film diretto da Lone Scherfig, con protagonisti Anne Hathaway e Jim Sturgess.
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