Abbiamo avuto il piacere di incontrare Malika Ayane e di scoprire con lei il suo debutto letterario, Ansia da felicità, edito Rizzoli (qui potete trovare la nostra intervista), ci siamo soffermati a osservare assieme a lei i fuochi emotivi accesi lungo questo libro.
Una sensibilità, la sua, che si evince anche dal titolo che sceglie di consigliarci: Vi avverto che vivo per l'ultima volta di Paolo Nori, il racconto della vita di Anna Achmatova che s'intreccia a doppio filo con alcuni dei temi presenti nella biografia di Nori, grande esperto di letteratura russa.
Paolo Nori, da scrittore, esperto e traduttore di letteratura russa qual è, non poteva esimersi dallo scavare nelle frange dell'esistenza di una poetessa – o meglio, di una poeta, come lei stessa voleva essere definita – come Anna Achmatova.
Il sottotitolo di questo libro recita la dicitura Noi e Anna Achmatova, perché il romanzo biografico diventa il pretesto letterario per guadare il nostro oggi, le vicende che lo stanno definendo e lo hanno definito. Ma, ancor di più, evidenzia le tappe importanti della vita di Nori, dalle sottigliezze ai grandi cambiamenti, passando per il fulcro cocente: la letteratura.
Uno sguardo profondo su un sacco di sfaccettature, quello che è il nostro presente, la sua esperienza, la sua sensibilità e la vita di una donna straordinaria
Achmatova non era neanche il suo vero cognome. Era quello che aveva scelto per poter scrivere poesia. Il padre le vietò di associare il loro alla scrittura, una facezia inutile. Allora, lei decise che poteva rinunciare al cognome ma non alla poesia, così lo cambiò e prese quello di un'antenata tartara, quella che si crede esser stata una principessa
Questa poeta, fra le più osteggiate dal suo governo durante la guerra, cacciata dall'Unione degli Scrittori, non smise mai di credere che la poesia fosse anche una questione politica. Venne spiata e controllata per evitare che i suoi versi, vivi nella protesta e contrari alla prigionia, arrivassero ai carcerati, agli oppositori politici. Ma Achmatova non era donna che sapesse fermarsi o che si lasciasse mettere la mordacchia, quando era convinta di essere nel giusto.
Nori stesso sceglie proprio la sua figura per poter parlare dell'attuale guerra in Ucraina, attraverso la storia della poeta di Odessa, un luogo ora tristemente noto. Lo scrittore, che non si limita a una biografia, ma ne fa autobiografia, romanzo, cerca di scandagliare qualche inesattezza, di mettere a nudo le imprecisioni, di spiegare le radici anche di questo conflitto, con il suo stile riconoscibile e puntellato di attimi personali. Si passa dalle sue pubblicazioni, alla cancellazione del suo corso in università, fino agli alti e bassi del suo matrimonio.
Insomma, l'invito sembra quello di riuscire a capire quello che viviamo, trovando spazio in quello che siamo, scegliendo le grandi vite di chi ha avuto coraggio, prendendo d'esempio le scelte di una grande poeta che non ha mai scisso l'arte dal pensiero critico, vivendo nell'interezza della sua persona e di ciò che ha sempre sentito come giusto e necessario.
Un consiglio, quello di Malika Ayane, che ci fa pensare all'importanza di essere artisti nell'interezza, mettendosi in gioco nel pieno di sé stessi, un po' come cerca di fare anche lei, a passi lunghi e ben distesi, immersa nella musica e, ora, anche nella letteratura.
Noi, poeti, siamo nudi, si vede tutto, perciò dobbiamo preoccuparci di sembrare decenti
Qui potete trovare l'approfondimento su Anna Achmatova per la rubrica Il verso giusto.
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