La vita di ogni giorno ci mette di fronte a situazioni varie a cui è difficile dare un nome, che ci sorprendono, ci spiazzano, facendoci provare sentimenti diversi e difficili da definire visto che sono invisibili e rimangono chiuse nel cuore. Ma quanto è utile che restino lì? Forse provare ad immaginarseli come fa l’autore de Le cose che non si vedono (Gallucci) e a capire quali siano quelli davvero importanti da riconoscere potrebbe essere utile a ciascuno di noi e soprattutto ai bambini.
Aiutarli a tirare fuori e a visualizzare quello che provano è fondamentale soprattutto quando vediamo i lori visi gioiosi velati dalla malinconia. Ma che cos’è questo sentimento? La malinconia, così come la tristezza, aiuta ad affrontare il dolore e non serve reprimerla, perché così facendo non scompare. È meglio accettarla e viverla. È importante concedere e concedersi il diritto di essere tristi, perché solo in questo modo la sofferenza può essere elaborata.
Per iniziare a parlarne con i più piccoli si può osservare e leggere insieme per esempio Un mare di tristezza (minibombo), in cui le immagini semplici ed essenziali aiuteranno piccoli e grandi a scoprire che questo sentimento esiste anche in fondo al mare, ma guardare le cose da un altro punto di vista riaccende la speranza. A volte la malinconia è una nuvoletta grigia che ci accompagna senza lasciarci mai e che fa ombra al sole, come succede nel libro Quando piove dentro (Sassi), dove piove solo per il protagonista perché c’è stata la separazione da un amichetto carissimo o anche in Lizzy e la nuvola (Gallucci) che affronta il tema della crescita e del distacco.
Spesso infatti le cause per cui i bambini sono malinconici sono legate proprio al distacco o alla perdita che essa sia di un familiare, di un piccolo animale e di amici, e quindi al senso di solitudine e abbandono. È fondamentale quindi insegnare loro che questo sentimento appartiene a tutti ed è più comune di quello che possiamo pensare, oltre che essere passaggio inevitabile per andare verso cose più belle. Con estrema delicatezza e poesia lo racconta Io e il mio amico Vuoto (Emme Edizioni), oltre che il gufo amico di Benno nella storia Come piccolo elefante rosa superò la tristezza (Emme Edizioni).
Libri che celebrano la forza dell’amicizia e lo straordinario potere dell’amore e del ricordo! Anche il pianto è funzionale! Piangere, infatti, serve… a buttare fuori le lacrime, e ad elaborare la tristezza e non va soffocato... al massimo incoraggiato e affrontato con una risata! Se piangi come una fontana (Corraini), ci illustra infatti a quante cose impensabili sono utili le lacrime nel mondo intero: toccasana originalissimo ed esilarante! Reprimere la tristezza, al contrario, può portare il bambino a chiudersi e a trasformarla in rabbia, come accade in Gastone Musone (Il Castoro), che pur non avendo validi motivi è di cattivo umore e arrabbiato con tutti.
Avere qualcuno che accetti questo e lo comprenda, senza essere giudicati, per un bambino è fondamentale come per il topolino di Non sono scontroso! (Sassi) che scoprirà che non serve chiudersi in se stessi, ma aiutare l’altro invece sì. E allora come si fa per supportare uno bambino in un momento di malinconia? È necessario fargli capire che è preferibile riconoscerla invece che nasconderla e che tutti ci sentiamo così ogni tanto! Leggendo insieme Grazie per la notte, per il giorno e per le bolle di sapone (Lapis) potremmo poi scoprire che intorno a noi ci sono cose che diamo per scontate e che guardate con un occhio diverso possono renderci un po’ più felici.
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