Eldo Yoshimizu: il mio urlo manga per la pace

Elegante, severo nello sguardo, autorevole, Eldo Yoshimizu emana attorno a sé la laconicità dell'artista che non ritiene di dover spiegare la sua opera.
Quando l'abbiamo incontrato allo stand di BAO publishing, nei giorni di Lucca Comics, siamo rimasti colpiti dalla quieta autorevolezza che sembrava circondare questo straordinario mangaka. 
Forse sarà per questo che, quando il nostro ospite ha impugnato la penna dopo aver chiesto un foglio di bloc notes, ci è parso di assistere a una rappresentazione che chiedeva tutta la nostra attenzione. 

Disegnatore abilissimo, Yoshimizu ha tracciato segni malcerti ma volitivi, componendo - incidendo, verrebbe da dire, tanta era la forza con cui ogni lettera prendeva forma sul foglio - una semplice parola. PEACE. 
Già: pace. La più semplice e la più difficile delle parole.
E l'appello accorato lanciato da Yoshimizu non verrà mai meno, nel corso di questa breve ma intensa conversazione. Pochi minuti per sottolineare i temi e le atmosfere di Gamma Draconis, un manga oscuro, avvincente e innovativo.

La giapponese Aiko è una studentessa della Sorbona.
Un giorno, Aiko scopre che una non meglio definita entità, apparentemente affiorata dal web, sembra perseguitare le persone a lei care.
Da quel momento, andranno dipanandosi eventi imprevedibili, che coinvolgono Aiko in una lotta coi membri di una società segreta che professa uno stranissimo sincretismo fra transumanesimo e sapere ermetico. È una storia di guerra, quella raccontata da Yoshimizu con china e pennino e dallo sceneggiatore Benoist Simmat con parole e idee: una guerra sotterranea che ogni giorno viene mossa a milioni di uomini e donne da forze che lavorano nell'ombra e che hanno nel profitto fine a sé stesso l'unico scopo del proprio agire. 
Ma Yoshimizu è uomo di pace e il cartello che nel corso di tutta l'intervista ha tenuto davanti a sé è forse il ricordo che più caramente serberemo del nostro incontro. 
Anche il fumetto, a qualsiasi latitudine, la chiede a gran voce: cosa aspettiamo a costruire assieme la pace?