Arrivi e partenze

Enrico Deaglio racconta l'epopea mafiosa dei fratelli Graviano

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

La sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Siete pronti?
Sì, siete pronti a seguire un'indagine che sembra scorrere sulla celluloide, come un grande film del quale oggi possiamo conoscere tutti i protagonisti, anche quelli fino ad ora rimasti occulti?
Se non siete pronti, sarà meglio che vi prepariate, perché quella che Enrico Deaglio racconta nel suo nuovo, bellissimo libro Qualcuno visse più a lungo - eloquente il sottotitolo, La favolosa protezione dell'ultimo padrino - è una storia che ci riguarda tutti, ma che non tutti conoscono.
Di certo sono pochissimi a conoscere tutti i risvolti di una vicenda che dura da più di trent'anni ed è talmente ricca di colpi di scena, battute memorabili ed effetti speciali da lasciare a bocca aperta anche il più smaliziato cinefilo. 

Qualcuno visse più a lungo ci porta a svelare una ragnatela di interessi criminali, legami proibiti e trame segrete.
Basta riavvolgere il filo che si dipana da una sera del gennaio 1994: la sera dell'arresto dei fratelli Graviano in un ristorante milanese.
Sì. I potentissimi boss del quartiere Brancaccio di Palermo, in un ristorante milanese assieme alle loro compagne, come coppiette qualsiasi che si apprestano a passare una serata romantica. Ma cosa ci fanno, quella sera, Filippo e Giuseppe detto Madre Natura, da Gigi il cacciatore? Seguiamo dunque il film che Deaglio ha rimontato pazientemente per tutti noi, come fosse una copia appena ingiallita dal tempo ma pronta a restituire un disegno evidentissimo e che può apparire incredibile, ma è assolutamente vero.

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Come in ogni grande produzione, non mancano i colpi di scena e i comprimari, che a volte - com'è il caso del mafioso Antonino Gioè o del bad cop Arnaldo La Barbera - meriterebbero un film a parte. In filigrana, ma onnipresente, l'ombra indicibile del grande depistaggio che venne messo in opera sin dai primi minuti seguiti alla strage di Capaci e che andò assumendo nel corso degli anni successivi dimensioni inquietanti. 

Al punto che quegli arresti avvenuti nel ristorante milanese possono oggi essere forse riletti come il momento a partire dal quale le cose di Cosa Nostra sarebbero cambiate per sempre. Chi lo decise? Chi ne beneficiò? Il film - pardon: il libro - di Deaglio lascia risuonare le domande, come ogni grande libro d'inchiesta. A noi il compito di dare delle risposte.


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